6 maggio 2018
Perché tante polemiche sul Giro che parte da Israele? Il motivo è teologico
Il Giro parte da Gerusalemme e fioccano le polemiche. Che cosa si nasconde dietro tanto accanimento? Non c’entrano né lo sport, né la politica, né l’economia, ma solo l’odio ideologico contro Israele. Ovvero, il problema – udite, udite – è “teologico”. Ecco spiegato il perché.Il Giro d’Italia è partito da Israele. E uno si può chiedere come mai il Giro d’Italia parta da un paese che non è l’Italia e non è neppure confinante con noi. E’ una domanda legittima che, in questi giorni, non ha mai trovato risposte convincenti. Si può essere d’accordo o meno con questa scelta. Ci sono sempre stati gran dibattiti sull’organizzazione degli eventi sportivi, ma sono finora rimasti confinati agli addetti ai lavori, alla stampa di settore, ai bar di paese, alle discussioni fra colleghi. Ma mai come questa volta si è assistito a un’ondata di odio, sui social network e nei media tradizionali. Se il Giro fosse partito, ad esempio, dalla Groenlandia, con difficoltà logistiche ancora peggiori, non avremmo udito altrettante proteste. In realtà la rabbia riguarda Israele, perché è Israele. I commentatori più soft ritengono che sia “un paese controverso”. Ma anche qui: in quanti paesi “controversi” si sono svolti grandi eventi sportivi? Il Mondiale di calcio dell’estate prossima si terrà in Russia: due guerre a bassa intensità ancora in corso (Caucaso settentrionale e Ucraina) riguardano direttamente la Russia. Eppure la Russia non è considerata tanto “controversa” quanto lo è Israele. E per i Mondiali che si terranno nel grande paese dell’Est europeo non si assiste neppure a una frazione della protesta collettiva che si è scatenata per il piccolo paese mediorientale chiamato Israele. E ancora non abbiamo parlato dei prossimi Mondiali che si terranno in Qatar… In questi giorni, sia nei grandi media che nelle piazze (come quella del 25 aprile a Milano) abbiamo avuto modo di sentire le ragioni della “vergogna”: Israele, così dicono i suoi ferventi accusatori, ghettizza il popolo palestinese chiudendolo dietro a un muro, applica un regime di apartheid sui palestinesi, spara sulla folla che protesta, usa le armi chimiche a Gaza, tortura anche i bambini, avvelena i pozzi e i corsi d’acqua in Palestina, da più di mezzo secolo occupa manu militari i territori appartenenti ad altri popoli. E, sentito tutto ciò, l’uomo della strada sarebbe indotto a imbracciare il fucile e andare a combattere contro Israele. Eppure, basta fare una piccolissima ricerca per smentire tutti questi luoghi comuni.Israele non usa armi chimiche. Non tortura i bambini (non applica neppure la pena di morte agli adulti). Non spara “sulla folla” che protesta: a Gaza coloro che sono stati uccisi, nelle scorse settimane, erano quasi tutti miliziani armati di un movimento terrorista islamico, chiamato Hamas (è considerato ufficialmente come terrorista, senza virgolette, anche dall’Italia). Le vittime collaterali, innocenti, in questa vicenda, come in tutti i fatti d’arme, ci sono state, ma sono molto poche. Non sono mai stati avvelenati pozzi o corsi d’acqua. Non c’è alcuna ghettizzazione del popolo palestinese: quel muro serve per difendere le città israeliane, non a rinchiudervi la gente. Al di là del muro, infatti, si può ricominciare a circolare liberamente. Non c’è alcun apartheid: gli stessi arabi, se vivono al di qua del confine e hanno passaporto israeliano, hanno pari diritti di tutti gli altri israeliani. E’ dunque un problema di cittadinanza, non etnico-razziale. Gaza non è un ghetto creato da Israele: anche il confine con l’Egitto è chiuso. E lo è perché a Gaza è salito al potere, con un golpe armato, il movimento terrorista islamico di cui sopra: Hamas. Se una città venisse governata da Al Qaeda o dall’Isis, che condividono la stessa identica ideologia di Hamas, ammettereste che anche i paesi vicini possano chiudere la frontiera, o no? O devono rischiare di subire infiltrazioni, rapimenti, attentati, lanci di razzi (cose che Hamas fa, continuamente, tutti i mesi dell’anno, tutte le settimane del mese)? Ma infine, il problema dei problemi: non ci sono territori “occupati”, non più, da un pezzo. L’occupazione in Cisgiordania e a Gaza è finita nel 1994, quando è nata l’Autorità Palestinese, completamente autonoma nella gestione interna dei territori. Gaza è stata anche definitivamente sgomberata da insediamenti israeliani e basi militari, a partire dal 2005. Quindi tutto ciò che viene solitamente rinfacciato a Israele è falso. Grossolanamente falso. C’è da chiedersi, dunque, come mai tanto accanimento. Nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, quando nacque Israele, i cambiamenti di confine, così come gli spostamenti più o meno coatti di intere popolazioni, furono frequentissimi. Eppure solo su quel confine nel Medio Oriente si continua a puntare il riflettore dell’opinione pubblica mondiale. Ci sono tantissimi Stati coinvolti in conflitti. Ma quel conflitto fa più notizia di tutti gli altri, benché non sia il più sanguinoso. La sola guerra civile siriana, per fare un esempio vicino, ha provocato circa il doppio dei morti di tutte le guerre arabo-israeliane messe assieme. Il doppio. Di tutte le guerre mediorientali. In soli sette anni. Vi rendete conto delle proporzioni? Eppure la questione di Israele e Palestina è considerata ancora come il problema dei problemi nel Medio Oriente e in tutto il mondo arabo-islamico, ogni suo singolo episodio provoca reazioni violente da Londra a Jakarta. Fa impressione, soprattutto considerando che Israele è uno Stato piccolo, le sue dimensioni non superano quelle della Sicilia, una singola regione italiana. E’ uno Statolimitato anche come popolazione, circa quanto quella della Lombardia. Ed è uno Stato quasi del tutto privo di risorse naturali. Quando sentite che è una “guerra per il petrolio”, sentite una ennesima clamorosa bufala: non c’è petrolio in Israele, non ci sono neppure oleodotti che passano attraverso il suo territorio, da quella posizione non si controlla un bel niente, perché è lontana sia dalle aree di estrazione, sia dalle principali rotte del commercio petrolifero. Basta prendere una cartina per constatarlo. Israele ha grandi giacimenti di gas, ma sono stati scoperti solo nell’ultimo decennio. A meno di non sospettare che qualcuno fosse dotato di una sfera di cristallo, il gas non ha provocato una guerra che sta durando da settant’anni. E quindi? Israele è abitato e governato da ebrei. E’ uno Stato ebraico. E’ questo l’unico vero suo “problema”. Alla domanda “gli ebrei hanno diritto ad avere una loro nazione indipendente e sovrana?” il movimento sionista risponde “sì”. E su quella convinzione è nato Israele, dopo mezzo secolo di gestazione. Questo Stato è riconosciuto diplomaticamente anche dall’Italia, dal Vaticano (dal 1994), così come dalla stragrande maggioranza delle nazioni del mondo. Non dagli Stati arabi e da buona parte di quelli musulmani, che non ne hanno mai accettato l’esistenza. Ma sono una minoranza, nel mondo. Ma se questo è lo stato del riconoscimento formale, da un punto di vista ideologico, sono molti di più coloro che non ne accettano l’esistenza. Coloro, cioè, che alla domanda “gli ebrei hanno diritto ad avere una loro nazione indipendente e sovrana?” rispondono con un sonoro “no”. Al giorno d’oggi sono soprattutto i musulmani che rifiutano l’esistenza di Israele, anche ufficialmente. E lo fanno perché quella terra, per più di mille anni, è stata Dar al Islam, la terra dell’Islam, prima sotto l’impero arabo, poi sotto quello ottomano. Come è noto, l’Islam non rinuncia mai alle terre che ha conquistato storicamente. Non rinuncerebbe neppure alla Sicilia e alla Spagna (ma non ci prova a riconquistarle per ovvi motivi di rapporti di forza con l’Europa e la Nato), a maggior ragione non rinuncia a una piccola terra, storicamente molto importante anche per l’Islam, circondata da paesi musulmani. Ma queste ragioni dell’odio, del mancato riconoscimento dell’esistenza di Israele, sono valide e comprensibili solo all’interno di una logica islamica. Sono estranee alla cultura occidentale. Allora come si spiega l’odio per Israele in paesi occidentali, come anche nel nostro? Oggigiorno sono molto rari i cristiani che non accettano uno Stato ebraico. Quando lo fanno, è soprattutto perché sono ortodossi mediorientali, o cattolici che appartengono alle chiese di rito orientale, diffuse nel Medio Oriente: prima di tutto perché sono arabi e, anche storicamente, si identificano nella causa nazionale araba contro lo Stato ebraico. E i cristiani occidentali che non accettano l’esistenza dello Stato ebraico, allora? Gratti pochi millimetri la scorza del sedicente “tradizionalista” che parla contro gli ebrei, il giudaismo e Israele e trovi un nazista. Gratti ancor meno millimetri la scorza del sedicente “cristiano impegnato” che parla contro il sionismo e il presunto imperialismo di Israele e trovi un comunista. L’odio occidentale contro gli ebrei e contro il progetto sionista è perfettamente sovrapponibile. E deriva, nel 99% dei casi, non da motivi teologici, ma ideologici. I nazisti e i loro derivati odiano Israele, il sionismo e in generale il popolo ebraico, perché è dall’ebraismo che nasce la morale tradizionale giudaico (appunto) cristiana che caratterizza la civiltà europea da quasi duemila anni. Il nazismo si fonda su presupposti opposti alla morale giudaico-cristiana: come questa protegge tutti, anche i deboli, il nazismo si fonda sulla selezione naturale, sulla libertà del forte di dominare. I comunisti odiano gli ebrei e poi Israele sempre perché sono all’origine della morale giudaico-cristiana, a cui oppongono il loro ateismo. C’è stato un solo momento di innamoramento dei comunisti per gli ebrei. Ed è, appunto, la nascita dello Stato di Israele, che inizialmente era socialista. Ma l’idillio è durato poco, perché quando Israele si è alleato con gli Usa e ha gradualmente dismesso il suo socialismo, allora è tornato il solito vecchio odio contro gli ebrei, gli stra-borghesi. E da qui anche tutte le solite leggende nere contro gli ebrei, ritirate fuori dalla naftalina e adattate all’ideologia comunista: quindi gli ebrei che “controllano la finanza mondiale”, “controllano le multinazionali”, “controllano i media”, da oggi “controllano anche lo sport”, incluso il Giro d’Italia.
| inviato da LiberaliPerIsraele il 6/5/2018 alle 20:15 |
19 ottobre 2017
Grand Slam judo ad Abu Dhabi (EAU): no a bandiera e a inno Israele
Abu Dhabi, atleti Israele? no bandiera Judoka stato ebraico registrati come Federazione internazionale Gerusalemme, 17 Ottobre 2017 – La squadra israeliana di judo in gara al Grand Slam della specialità in programma ad Abu Dhabi non potrà competere con la bandiera nazionale, nè, qualora vincesse una medaglia d’oro, potrebbe sentir risuonare l’inno ufficiale dello stato ebraico.
Ad informare il capo delegazione israeliano Moshe Ponte sono stati gli stessi organizzatori dell’evento sportivo: i 12 atleti della spedizione non potranno avere i colori nazionali sulla divisa da judoka come succede invece in tutte le altre manifestazione in tutto il mondo. La scelta degli organizzatori è legata al fatto che molti paesi arabi non riconosconono formalmente Israele. Invece di avere ISR (Israele) e il proprio nome sui tabelloni di gara e sulle schiene delle divise, saranno registrati come rappresentanti della Federazione internazionale Judo. Della squadra israeliana fa parte Ori Sasson, medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Rio. (Fonte: Ansa, 17 Ottobre 2017) Nella foto in alto: Ori Sasson, judoka israeliano medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Rio 2016
| inviato da LiberaliPerIsraele il 19/10/2017 alle 20:56 | |
24 agosto 2017
Una Boldrini alla catalana. Ada Colau
UNA BOLDRINI ALLA CATALANA - LA SINDACA DI
BARCELLONA, ADA COLAU, PRATICA L’APERTURA TOTALE, TRANNE AI TURISTI:
‘VANNO FERMATI, MEGLIO I PROFUGHI’. EX SQUATTER E NO GLOBAL, UN PASSATO
TRA SCONTRI CON LA POLIZIA E UNA FEDE TOTALE PER LA SINISTRA E UN ODIO
PER LO SPORCO CAPITALISMO OCCIDENTALE. MA QUELLI DELL’ISIS DEL SUO
CURRICULUM ‘INCLUSIVO’ SE NE SONO SBATTUTI…
-
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Paolo Bracalini per ‘il Giornale’ ada colau Mix
catalano tra la Boldrini, Virginia Raggi e De Magistris (che infatti la
prende a modello e di cui è molto amica), Ada Colau sindaco di
Barcellona eletta due anni fa con una civica sostenuta da Podemos, è
salita alla ribalta internazionale dopo gli attentati delle Ramblas. «Questa
città ama la diversità e vuole essere una città di pace, ora più che
mai dobbiamo stare assieme» è stata la sua risposta alla strage del
camion targato Isis. «È lei il sindaco più di sinistra del mondo?» si
chiedeva il Guardian in un lungo ritratto della Colau dopo la sua
elezione ad alcaldesa (sindaco) della città catalana. ada colau Da
pasionaria del movimento antisfratti, cortei no global, case occupate e
persino un arresto negli scontri con la polizia, alla guida della
capitale economica della Spagna in effetti il passo è notevole. Le note
biografiche che le ha dedicato Micromega sono tutte un programma: «Negli
anni 90 si mobilita contro la prima Guerra del Golfo, poi frequenta i
collettivi studenteschi dell'università di Barcellona. ada colau protesta Con
il movimento No Global inizia la sua militanza a tempo pieno e, dopo il
G8 di Genova 2001, si fa promotrice a Barcellona dei primi cortei
pacifisti contro le guerre preventive di Bush». Quindi, negli anni della
crisi bancaria in Spagna, guida la Plataforma de Afectados por la
Hipoteca (Pah, Piattaforma delle vittime dei mutui), una sorta di
movimento di indignados antisfratti, che la trasforma in personaggio
pubblico e fa da trampolino per l'elezione a sindaco. ada colau protesta L'ideologia
è stata applicata alla lettera: porte aperte a tutti, specie se
immigrati africani, tranne che ai turisti, contro cui la Colau ha
ingaggiato una battaglia durissima (tranne quelli invitati dal comune di
Barcellona, come l'economista antisistema Varoufakis costato 4mila euro
alle casse comunali, tra hotel e compenso, per una conferenza). Sono i
troppi europei con i bermuda e il marsupio il problema di Barcellona,
non la numerosa comunità di fede islamica. «Numero chiuso contro la
turistificatiòn, Barcellona non è in vendita», ma invece «basta scuse,
accogliamo i rifugiati» lo slogan del corteo a Barcellona, a febbraio,
per chiedere più migranti. «Siamo la capuitale della speranza in
un'Europa sempre più xenofoba» spiegò la Colau in piazza. ADA COLAU Nel
2015, dopo le stragi di Parigi, ha firmato un manifesto contro
l'islamofobia («Non en nuestro nombre») in cui si denuncia il fanatismo
Isis come «funzionale al fanatismo razzista europeo». Da sindaca vuole
autorizzare la costrizione di una grande moschea per «rendere visibile
la pluralità religiosa della città», e pure ha istituito un Osservatorio
sugli insulti che riceverebbero gli islamici a Barcellona. Del
resto l'ex squatter si era presentata sulla scena, nel 2007, accusando i
politici spagnoli di essere «le forze del Male», e di volere «scuola,
salute e casa fuori dal Mercato, contro «il «capitalismo disumanizzante
delle banche». Quando la Raggi ha conquistato Roma, la Colau le ha
mandato un messaggio, ovviamente in chiave femminista: Noi donne siamo
più legate alla vita pratica, quotidiana, è il nostro valore aggiunto.
Per questo siamo appetibili per la gestione comunale». Una Boldrini alla
catalana. ADA COLAU BARCELLONA ADA COLAU
UNA BOLDRINI ALLA CATALANA - LA SINDACA DI
BARCELLONA, ADA COLAU, PRATICA L’APERTURA TOTALE, TRANNE AI TURISTI‘VANNO FERMATI, MEGLIO I PROFUGHI’. EX SQUATTER E NO GLOBAL, UN PASSATO
TRA SCONTRI CON LA POLIZIA E UNA FEDE TOTALE PER LA SINISTRA E UN ODIO
PER LO SPORCO CAPITALISMO OCCIDENTALE. MA QUELLI DELL’ISIS DEL SUO
CURRICULUM ‘INCLUSIVO’ SE NE SONO SBATTUTI… Paolo Bracalini per ‘il Giornale ada colau Mix
catalano tra la Boldrini, Virginia Raggi e De Magistris (che infatti la
prende a modello e di cui è molto amica), Ada Colau sindaco di
Barcellona eletta due anni fa con una civica sostenuta da Podemos, è
salita alla ribalta internazionale dopo gli attentati delle Ramblas. «Questa
città ama la diversità e vuole essere una città di pace, ora più che
mai dobbiamo stare assieme» è stata la sua risposta alla strage del
camion targato Isis. «È lei il sindaco più di sinistra del mondo?» si
chiedeva il Guardian in un lungo ritratto della Colau dopo la sua
elezione ad alcaldesa (sindaco) della città catalana. ada colau Da
pasionaria del movimento antisfratti, cortei no global, case occupate e
persino un arresto negli scontri con la polizia, alla guida della
capitale economica della Spagna in effetti il passo è notevole. Le note
biografiche che le ha dedicato Micromega sono tutte un programma: «Negli
anni 90 si mobilita contro la prima Guerra del Golfo, poi frequenta i
collettivi studenteschi dell'università di Barcellona. ada colau protesta Con
il movimento No Global inizia la sua militanza a tempo pieno e, dopo il
G8 di Genova 2001, si fa promotrice a Barcellona dei primi cortei
pacifisti contro le guerre preventive di Bush». Quindi, negli anni della
crisi bancaria in Spagna, guida la Plataforma de Afectados por la
Hipoteca (Pah, Piattaforma delle vittime dei mutui), una sorta di
movimento di indignados antisfratti, che la trasforma in personaggio
pubblico e fa da trampolino per l'elezione a sindaco. ada colau protesta L'ideologia
è stata applicata alla lettera: porte aperte a tutti, specie se
immigrati africani, tranne che ai turisti, contro cui la Colau ha
ingaggiato una battaglia durissima (tranne quelli invitati dal comune di
Barcellona, come l'economista antisistema Varoufakis costato 4mila euro
alle casse comunali, tra hotel e compenso, per una conferenza). Sono i
troppi europei con i bermuda e il marsupio il problema di Barcellona,
non la numerosa comunità di fede islamica. «Numero chiuso contro la
turistificatiòn, Barcellona non è in vendita», ma invece «basta scuse,
accogliamo i rifugiati» lo slogan del corteo a Barcellona, a febbraio,
per chiedere più migranti. «Siamo la capuitale della speranza in
un'Europa sempre più xenofoba» spiegò la Colau in piazza. ADA COLAU Nel
2015, dopo le stragi di Parigi, ha firmato un manifesto contro
l'islamofobia («Non en nuestro nombre») in cui si denuncia il fanatismo
Isis come «funzionale al fanatismo razzista europeo». Da sindaca vuole
autorizzare la costrizione di una grande moschea per «rendere visibile
la pluralità religiosa della città», e pure ha istituito un Osservatorio
sugli insulti che riceverebbero gli islamici a Barcellona. Del
resto l'ex squatter si era presentata sulla scena, nel 2007, accusando i
politici spagnoli di essere «le forze del Male», e di volere «scuola,
salute e casa fuori dal Mercato, contro «il «capitalismo disumanizzante
delle banche». Quando la Raggi ha conquistato Roma, la Colau le ha
mandato un messaggio, ovviamente in chiave femminista: Noi donne siamo
più legate alla vita pratica, quotidiana, è il nostro valore aggiunto.
Per questo siamo appetibili per la gestione comunale». Una Boldrini alla
catalana. ADA COLAU BARCELLONA ADA COLAU
| inviato da LiberaliPerIsraele il 24/8/2017 alle 9:16 | |
27 luglio 2017
Se vi state chiedendo come mai stiamo subendo questa invasione leggete attentamente.
I fatti L’Operazione Triton consiste di una attività di sorveglianza delle
frontiere della UE, condotta da Frontex nel mar Mediterraneo. Dal 1° novembre
del 2014, a seguito della tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013, essa ha
sostituito la Mare Nostrum nel presidio dei flussi migratori per volontà del
Governo Letta. In teoria, due aerei; tre navi e sette squadre impegnate in
attività di Intelligence e operanti sotto il comando di Roma, dovrebbero
provvedere ai controlli ed alle identificazioni dei Migranti. In pratica, gli
sbarchi si sono intensificati scaricando nei porti italiani molte decine di
migliaia di Clandestini che il Governo PD surrettiziamente definisce Profughi e
che, in realtà, non fuggono da alcuna guerra e non hanno alcun diritto d’asilo
ma rispondono agli interessi affaristici – e non umanitari- di Mazzettari a
vario titolo e di ONG Amiche degli Amici. La conferma è impudentemente venuta il
7 luglio scorso da Emma Bonino che, dopo esserne stata complice, ha rivelato la
palese violazione renziana del Trattato di Dublino e la stipula dell’accordo
Triton, in base al quale sbarchi sempre più incontrollati non avvenissero nella
Nazione di bandiera esibita dalle imbarcazioni delleONG ospitanti ma solo in
Italia, al fine di ottenere dalla UE una presunta flessibilità dei conti
pubblici. Gli antefatti C’è stato uno sconsiderato accordo del Governo italiano
sullo sbarco degli Immigrati: smentendo tutte le diverse affermazioni
dell’Esecutivo PD e stigmatizzando le pesantissime responsabilità delle ONG nel
favorire gli interessi degli Scafisti, lo ha denunciato Fabrice Leggeri,
Direttore esecutivo di Frontex, in sede di audizione della Commissione Libe. In
sostanza, il nostro establishment, nelle persone di Renzi Premier; di Angelino
Alfano Ministro dell’Interno e di Paolo Gentiloni prima Ministro degli Esteri ed
ora discutibile Premier, ha importato un incalcolabile numero non di Rifugiati
e/o presunti e/o sedicenti tali, ma semplicemente di Migranti, nella più gran
parte dei casi delinquenti abituali e criminali segnalati alle Autorità italiane
dagli stessi Paesi di provenienza. Tale folle iniziativa, attuata in danno degli
interessi degli Italiani; finalizzata all’invasione; esaltata a Varsavia dal
fermo disimpegno dei Paesi partecipanti all’Operazione Triton e sancita
dall’accordo bilaterale Italia/Frontex, ha indotto l’UE a metterci alla porta ed
ha evidenziato i reati di Alto Tradimento e di favoreggiamento della
immigrazione clandestina consumati dalla Dirigenza pidina al Governo per
sostenere la vittoria nelle elezioni europee, supportate dalla miserabile
elargizione di quella mancia da 80 euro, di cui pur s’è parlato. Su questi
disonorevoli comportamenti la Magistratura nostrana si è astenuta e si astiene
dall’intervenire mandando, per contro, impuniti i gravissimi e violenti illeciti
penali quotidianamente commessi da un mare di gentaglia in libera circolazione.
Gentiloni, Alfano e Renzi, intanto, con la tracotanza proterva e miserabile
degli Impostori e dei Mentitori abituali alzano la voce e minacciano la UE;
negano le proprie responsabilità; si arroccano nel mendace principio della
solidarietà accogliente e cercano vie d’uscita al problema da essi stessi creato
per anche arricchire Organizzazioni e Personaggi contigui al PD, dopo avere
ridotto al silenzio il Magistrato Zuccaro pur intenzionato a far luce sui fatti.
In definitiva la Trimurti, che ha trovato il proprio regista ed ispiratore in
Napolitano e una sconcertante complicità in Mattarella, ha reso l’Italia uno
sterminato campo di falsi Profughi, a tutti gli effetti clandestini di dubbia
identità e provenienza, e ha tradito anche i dettati della European Union Naval
Force Mediterranean, istituita il 18 maggio del 2015 ed alloggiata a Roma allo
scopo di condizionare le consolidate rotte della tratta dei Migranti nel
Mediterraneo e di individuare, catturare e distruggere navi ed attrezzature in
uso ai Trafficanti, fino al fermo degli Schiavisti. La realtà è che il Paese, il
cui Ordine Pubblico è ora nelle mani di un incapace Minniti, è fuori controllo
per le colpe intenzionali di un PD e di un Renzi e di un Gentiloni e di un
Alfano la cui politica interna è allo sbando e la cui politica estera,
ribaltando in gratuite accuse di razzismo la legittima esasperazione popolare,
esprime un aberrante e ripugnante antisemitismo per privilegiare gli orrori
anche anacronistici dell’islamofilia. La realtà è che, devastata l’Italia con
privilegi di casta in sprezzo di 5 milioni di Connazionali oltre la soglia di
povertà e di milioni di giovani privati di speranze accordate invece agli
Immigrati; invertita la rotta ed isolata l’Italia dal contesto internazionale
europeo, Renzi prende a prestito le tesi di Matteo Salvini, sostenendo di dovere
aiutare i Migranti "a casa loro", ben consapevole di non poterli più neppure
contare. La realtà è che centri metropolitani come Milano, Genova, Bologna,
Roma, Napoli, Bari, Palermo sono delle cloache a cielo aperto, ove il consumarsi
d’ogni genere di sconcezza e di violenza ottusa e primordiale ha introdotto il
coprifuoco, sullo sfondo della ricomparsa di morbi e patologie scomparsi in
Europa da secoli e della rimozione delle nostre tradizioni sociali, civili,
culturali e religiose in favore del delirio islamico. La realtà è che,
nell’Italia delle boldrini; delle mogherini; dei gentiloni; dei renzi; dei
comitati d’affare; dei giocolieri; dei cortigiani; delle puttane; dei bordelli
di Stato e di una Sinistra che affama i Connazionali e mantiene feccia a vario
titolo, dopo avere in una manciata di mesi prodotto più danni di una guerra,
maturano senza sconti quei fermenti, quelle insofferenze e quella ostilità
propedeutici al regolamento di conti utile a delegittimare questi pendagli di
forca. E' regime. Ma verrà l’autunno e sarà freddo e amaro ….I fatti L’Operazione Triton consiste di una attività di sorveglianza delle
frontiere della UE, condotta da Frontex nel mar Mediterraneo. Dal 1° novembre
del 2014, a seguito della tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013, essa ha
sostituito la Mare Nostrum nel presidio dei flussi migratori per volontà del
Governo Letta. In teoria, due aerei; tre navi e sette squadre impegnate in
attività di Intelligence e operanti sotto il comando di Roma, dovrebbero
provvedere ai controlli ed alle identificazioni dei Migranti. In pratica, gli
sbarchi si sono intensificati scaricando nei porti italiani molte decine di
migliaia di Clandestini che il Governo PD surrettiziamente definisce Profughi e
che, in realtà, non fuggono da alcuna guerra e non hanno alcun diritto d’asilo
ma rispondono agli interessi affaristici – e non umanitari- di Mazzettari a
vario titolo e di ONG Amiche degli Amici. La conferma è impudentemente venuta il
7 luglio scorso da Emma Bonino che, dopo esserne stata complice, ha rivelato la
palese violazione renziana del Trattato di Dublino e la stipula dell’accordo
Triton, in base al quale sbarchi sempre più incontrollati non avvenissero nella
Nazione di bandiera esibita dalle imbarcazioni delleONG ospitanti ma solo in
Italia, al fine di ottenere dalla UE una presunta flessibilità dei conti
pubblici. Gli antefatti C’è stato uno sconsiderato accordo del Governo italiano
sullo sbarco degli Immigrati: smentendo tutte le diverse affermazioni
dell’Esecutivo PD e stigmatizzando le pesantissime responsabilità delle ONG nel
favorire gli interessi degli Scafisti, lo ha denunciato Fabrice Leggeri,
Direttore esecutivo di Frontex, in sede di audizione della Commissione Libe. In
sostanza, il nostro establishment, nelle persone di Renzi Premier; di Angelino
Alfano Ministro dell’Interno e di Paolo Gentiloni prima Ministro degli Esteri ed
ora discutibile Premier, ha importato un incalcolabile numero non di Rifugiati
e/o presunti e/o sedicenti tali, ma semplicemente di Migranti, nella più gran
parte dei casi delinquenti abituali e criminali segnalati alle Autorità italiane
dagli stessi Paesi di provenienza. Tale folle iniziativa, attuata in danno degli
interessi degli Italiani; finalizzata all’invasione; esaltata a Varsavia dal
fermo disimpegno dei Paesi partecipanti all’Operazione Triton e sancita
dall’accordo bilaterale Italia/Frontex, ha indotto l’UE a metterci alla porta ed
ha evidenziato i reati di Alto Tradimento e di favoreggiamento della
immigrazione clandestina consumati dalla Dirigenza pidina al Governo per
sostenere la vittoria nelle elezioni europee, supportate dalla miserabile
elargizione di quella mancia da 80 euro, di cui pur s’è parlato. Su questi
disonorevoli comportamenti la Magistratura nostrana si è astenuta e si astiene
dall’intervenire mandando, per contro, impuniti i gravissimi e violenti illeciti
penali quotidianamente commessi da un mare di gentaglia in libera circolazione.
Gentiloni, Alfano e Renzi, intanto, con la tracotanza proterva e miserabile
degli Impostori e dei Mentitori abituali alzano la voce e minacciano la UE;
negano le proprie responsabilità; si arroccano nel mendace principio della
solidarietà accogliente e cercano vie d’uscita al problema da essi stessi creato
per anche arricchire Organizzazioni e Personaggi contigui al PD, dopo avere
ridotto al silenzio il Magistrato Zuccaro pur intenzionato a far luce sui fatti.
In definitiva la Trimurti, che ha trovato il proprio regista ed ispiratore in
Napolitano e una sconcertante complicità in Mattarella, ha reso l’Italia uno
sterminato campo di falsi Profughi, a tutti gli effetti clandestini di dubbia
identità e provenienza, e ha tradito anche i dettati della European Union Naval
Force Mediterranean, istituita il 18 maggio del 2015 ed alloggiata a Roma allo
scopo di condizionare le consolidate rotte della tratta dei Migranti nel
Mediterraneo e di individuare, catturare e distruggere navi ed attrezzature in
uso ai Trafficanti, fino al fermo degli Schiavisti. La realtà è che il Paese, il
cui Ordine Pubblico è ora nelle mani di un incapace Minniti, è fuori controllo
per le colpe intenzionali di un PD e di un Renzi e di un Gentiloni e di un
Alfano la cui politica interna è allo sbando e la cui politica estera,
ribaltando in gratuite accuse di razzismo la legittima esasperazione popolare,
esprime un aberrante e ripugnante antisemitismo per privilegiare gli orrori
anche anacronistici dell’islamofilia. La realtà è che, devastata l’Italia con
privilegi di casta in sprezzo di 5 milioni di Connazionali oltre la soglia di
povertà e di milioni di giovani privati di speranze accordate invece agli
Immigrati; invertita la rotta ed isolata l’Italia dal contesto internazionale
europeo, Renzi prende a prestito le tesi di Matteo Salvini, sostenendo di dovere
aiutare i Migranti "a casa loro", ben consapevole di non poterli più neppure
contare. La realtà è che centri metropolitani come Milano, Genova, Bologna,
Roma, Napoli, Bari, Palermo sono delle cloache a cielo aperto, ove il consumarsi
d’ogni genere di sconcezza e di violenza ottusa e primordiale ha introdotto il
coprifuoco, sullo sfondo della ricomparsa di morbi e patologie scomparsi in
Europa da secoli e della rimozione delle nostre tradizioni sociali, civili,
culturali e religiose in favore del delirio islamico. La realtà è che,
nell’Italia delle boldrini; delle mogherini; dei gentiloni; dei renzi; dei
comitati d’affare; dei giocolieri; dei cortigiani; delle puttane; dei bordelli
di Stato e di una Sinistra che affama i Connazionali e mantiene feccia a vario
titolo, dopo avere in una manciata di mesi prodotto più danni di una guerra,
maturano senza sconti quei fermenti, quelle insofferenze e quella ostilità
propedeutici al regolamento di conti utile a delegittimare questi pendagli di
forca. E' regime. Ma verrà l’autunno e sarà freddo e amaro ….I fatti L’Operazione Triton consiste di una attività di sorveglianza delle
frontiere della UE, condotta da Frontex nel mar Mediterraneo. Dal 1° novembre
del 2014, a seguito della tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013, essa ha
sostituito la Mare Nostrum nel presidio dei flussi migratori per volontà del
Governo Letta. In teoria, due aerei; tre navi e sette squadre impegnate in
attività di Intelligence e operanti sotto il comando di Roma, dovrebbero
provvedere ai controlli ed alle identificazioni dei Migranti. In pratica, gli
sbarchi si sono intensificati scaricando nei porti italiani molte decine di
migliaia di Clandestini che il Governo PD surrettiziamente definisce Profughi e
che, in realtà, non fuggono da alcuna guerra e non hanno alcun diritto d’asilo
ma rispondono agli interessi affaristici – e non umanitari- di Mazzettari a
vario titolo e di ONG Amiche degli Amici. La conferma è impudentemente venuta il
7 luglio scorso da Emma Bonino che, dopo esserne stata complice, ha rivelato la
palese violazione renziana del Trattato di Dublino e la stipula dell’accordo
Triton, in base al quale sbarchi sempre più incontrollati non avvenissero nella
Nazione di bandiera esibita dalle imbarcazioni delleONG ospitanti ma solo in
Italia, al fine di ottenere dalla UE una presunta flessibilità dei conti
pubblici. Gli antefatti C’è stato uno sconsiderato accordo del Governo italiano
sullo sbarco degli Immigrati: smentendo tutte le diverse affermazioni
dell’Esecutivo PD e stigmatizzando le pesantissime responsabilità delle ONG nel
favorire gli interessi degli Scafisti, lo ha denunciato Fabrice Leggeri,
Direttore esecutivo di Frontex, in sede di audizione della Commissione Libe. In
sostanza, il nostro establishment, nelle persone di Renzi Premier; di Angelino
Alfano Ministro dell’Interno e di Paolo Gentiloni prima Ministro degli Esteri ed
ora discutibile Premier, ha importato un incalcolabile numero non di Rifugiati
e/o presunti e/o sedicenti tali, ma semplicemente di Migranti, nella più gran
parte dei casi delinquenti abituali e criminali segnalati alle Autorità italiane
dagli stessi Paesi di provenienza. Tale folle iniziativa, attuata in danno degli
interessi degli Italiani; finalizzata all’invasione; esaltata a Varsavia dal
fermo disimpegno dei Paesi partecipanti all’Operazione Triton e sancita
dall’accordo bilaterale Italia/Frontex, ha indotto l’UE a metterci alla porta ed
ha evidenziato i reati di Alto Tradimento e di favoreggiamento della
immigrazione clandestina consumati dalla Dirigenza pidina al Governo per
sostenere la vittoria nelle elezioni europee, supportate dalla miserabile
elargizione di quella mancia da 80 euro, di cui pur s’è parlato. Su questi
disonorevoli comportamenti la Magistratura nostrana si è astenuta e si astiene
dall’intervenire mandando, per contro, impuniti i gravissimi e violenti illeciti
penali quotidianamente commessi da un mare di gentaglia in libera circolazione.
Gentiloni, Alfano e Renzi, intanto, con la tracotanza proterva e miserabile
degli Impostori e dei Mentitori abituali alzano la voce e minacciano la UE;
negano le proprie responsabilità; si arroccano nel mendace principio della
solidarietà accogliente e cercano vie d’uscita al problema da essi stessi creato
per anche arricchire Organizzazioni e Personaggi contigui al PD, dopo avere
ridotto al silenzio il Magistrato Zuccaro pur intenzionato a far luce sui fatti.
In definitiva la Trimurti, che ha trovato il proprio regista ed ispiratore in
Napolitano e una sconcertante complicità in Mattarella, ha reso l’Italia uno
sterminato campo di falsi Profughi, a tutti gli effetti clandestini di dubbia
identità e provenienza, e ha tradito anche i dettati della European Union Naval
Force Mediterranean, istituita il 18 maggio del 2015 ed alloggiata a Roma allo
scopo di condizionare le consolidate rotte della tratta dei Migranti nel
Mediterraneo e di individuare, catturare e distruggere navi ed attrezzature in
uso ai Trafficanti, fino al fermo degli Schiavisti. La realtà è che il Paese, il
cui Ordine Pubblico è ora nelle mani di un incapace Minniti, è fuori controllo
per le colpe intenzionali di un PD e di un Renzi e di un Gentiloni e di un
Alfano la cui politica interna è allo sbando e la cui politica estera,
ribaltando in gratuite accuse di razzismo la legittima esasperazione popolare,
esprime un aberrante e ripugnante antisemitismo per privilegiare gli orrori
anche anacronistici dell’islamofilia. La realtà è che, devastata l’Italia con
privilegi di casta in sprezzo di 5 milioni di Connazionali oltre la soglia di
povertà e di milioni di giovani privati di speranze accordate invece agli
Immigrati; invertita la rotta ed isolata l’Italia dal contesto internazionale
europeo, Renzi prende a prestito le tesi di Matteo Salvini, sostenendo di dovere
aiutare i Migranti "a casa loro", ben consapevole di non poterli più neppure
contare. La realtà è che centri metropolitani come Milano, Genova, Bologna,
Roma, Napoli, Bari, Palermo sono delle cloache a cielo aperto, ove il consumarsi
d’ogni genere di sconcezza e di violenza ottusa e primordiale ha introdotto il
coprifuoco, sullo sfondo della ricomparsa di morbi e patologie scomparsi in
Europa da secoli e della rimozione delle nostre tradizioni sociali, civili,
culturali e religiose in favore del delirio islamico. La realtà è che,
nell’Italia delle boldrini; delle mogherini; dei gentiloni; dei renzi; dei
comitati d’affare; dei giocolieri; dei cortigiani; delle puttane; dei bordelli
di Stato e di una Sinistra che affama i Connazionali e mantiene feccia a vario
titolo, dopo avere in una manciata di mesi prodotto più danni di una guerra,
maturano senza sconti quei fermenti, quelle insofferenze e quella ostilità
propedeutici al regolamento di conti utile a delegittimare questi pendagli di
forca. E' regime. Ma verrà l’autunno e sarà freddo e amaro ….I fatti L’Operazione Triton consiste di una attività di sorveglianza delle
frontiere della UE, condotta da Frontex nel mar Mediterraneo. Dal 1° novembre
del 2014, a seguito della tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013, essa ha
sostituito la Mare Nostrum nel presidio dei flussi migratori per volontà del
Governo Letta. In teoria, due aerei; tre navi e sette squadre impegnate in
attività di Intelligence e operanti sotto il comando di Roma, dovrebbero
provvedere ai controlli ed alle identificazioni dei Migranti. In pratica, gli
sbarchi si sono intensificati scaricando nei porti italiani molte decine di
migliaia di Clandestini che il Governo PD surrettiziamente definisce Profughi e
che, in realtà, non fuggono da alcuna guerra e non hanno alcun diritto d’asilo
ma rispondono agli interessi affaristici – e non umanitari- di Mazzettari a
vario titolo e di ONG Amiche degli Amici. La conferma è impudentemente venuta il
7 luglio scorso da Emma Bonino che, dopo esserne stata complice, ha rivelato la
palese violazione renziana del Trattato di Dublino e la stipula dell’accordo
Triton, in base al quale sbarchi sempre più incontrollati non avvenissero nella
Nazione di bandiera esibita dalle imbarcazioni delleONG ospitanti ma solo in
Italia, al fine di ottenere dalla UE una presunta flessibilità dei conti
pubblici. Gli antefatti C’è stato uno sconsiderato accordo del Governo italiano
sullo sbarco degli Immigrati: smentendo tutte le diverse affermazioni
dell’Esecutivo PD e stigmatizzando le pesantissime responsabilità delle ONG nel
favorire gli interessi degli Scafisti, lo ha denunciato Fabrice Leggeri,
Direttore esecutivo di Frontex, in sede di audizione della Commissione Libe. In
sostanza, il nostro establishment, nelle persone di Renzi Premier; di Angelino
Alfano Ministro dell’Interno e di Paolo Gentiloni prima Ministro degli Esteri ed
ora discutibile Premier, ha importato un incalcolabile numero non di Rifugiati
e/o presunti e/o sedicenti tali, ma semplicemente di Migranti, nella più gran
parte dei casi delinquenti abituali e criminali segnalati alle Autorità italiane
dagli stessi Paesi di provenienza. Tale folle iniziativa, attuata in danno degli
interessi degli Italiani; finalizzata all’invasione; esaltata a Varsavia dal
fermo disimpegno dei Paesi partecipanti all’Operazione Triton e sancita
dall’accordo bilaterale Italia/Frontex, ha indotto l’UE a metterci alla porta ed
ha evidenziato i reati di Alto Tradimento e di favoreggiamento della
immigrazione clandestina consumati dalla Dirigenza pidina al Governo per
sostenere la vittoria nelle elezioni europee, supportate dalla miserabile
elargizione di quella mancia da 80 euro, di cui pur s’è parlato. Su questi
disonorevoli comportamenti la Magistratura nostrana si è astenuta e si astiene
dall’intervenire mandando, per contro, impuniti i gravissimi e violenti illeciti
penali quotidianamente commessi da un mare di gentaglia in libera circolazione.
Gentiloni, Alfano e Renzi, intanto, con la tracotanza proterva e miserabile
degli Impostori e dei Mentitori abituali alzano la voce e minacciano la UE;
negano le proprie responsabilità; si arroccano nel mendace principio della
solidarietà accogliente e cercano vie d’uscita al problema da essi stessi creato
per anche arricchire Organizzazioni e Personaggi contigui al PD, dopo avere
ridotto al silenzio il Magistrato Zuccaro pur intenzionato a far luce sui fatti.
In definitiva la Trimurti, che ha trovato il proprio regista ed ispiratore in
Napolitano e una sconcertante complicità in Mattarella, ha reso l’Italia uno
sterminato campo di falsi Profughi, a tutti gli effetti clandestini di dubbia
identità e provenienza, e ha tradito anche i dettati della European Union Naval
Force Mediterranean, istituita il 18 maggio del 2015 ed alloggiata a Roma allo
scopo di condizionare le consolidate rotte della tratta dei Migranti nel
Mediterraneo e di individuare, catturare e distruggere navi ed attrezzature in
uso ai Trafficanti, fino al fermo degli Schiavisti. La realtà è che il Paese, il
cui Ordine Pubblico è ora nelle mani di un incapace Minniti, è fuori controllo
per le colpe intenzionali di un PD e di un Renzi e di un Gentiloni e di un
Alfano la cui politica interna è allo sbando e la cui politica estera,
ribaltando in gratuite accuse di razzismo la legittima esasperazione popolare,
esprime un aberrante e ripugnante antisemitismo per privilegiare gli orrori
anche anacronistici dell’islamofilia. La realtà è che, devastata l’Italia con
privilegi di casta in sprezzo di 5 milioni di Connazionali oltre la soglia di
povertà e di milioni di giovani privati di speranze accordate invece agli
Immigrati; invertita la rotta ed isolata l’Italia dal contesto internazionale
europeo, Renzi prende a prestito le tesi di Matteo Salvini, sostenendo di dovere
aiutare i Migranti "a casa loro", ben consapevole di non poterli più neppure
contare. La realtà è che centri metropolitani come Milano, Genova, Bologna,
Roma, Napoli, Bari, Palermo sono delle cloache a cielo aperto, ove il consumarsi
d’ogni genere di sconcezza e di violenza ottusa e primordiale ha introdotto il
coprifuoco, sullo sfondo della ricomparsa di morbi e patologie scomparsi in
Europa da secoli e della rimozione delle nostre tradizioni sociali, civili,
culturali e religiose in favore del delirio islamico. La realtà è che,
nell’Italia delle boldrini; delle mogherini; dei gentiloni; dei renzi; dei
comitati d’affare; dei giocolieri; dei cortigiani; delle puttane; dei bordelli
di Stato e di una Sinistra che affama i Connazionali e mantiene feccia a vario
titolo, dopo avere in una manciata di mesi prodotto più danni di una guerra,
maturano senza sconti quei fermenti, quelle insofferenze e quella ostilità
propedeutici al regolamento di conti utile a delegittimare questi pendagli di
forca. E' regime. Ma verrà l’autunno e sarà freddo e amaro ….
| inviato da LiberaliPerIsraele il 27/7/2017 alle 8:44 | |
25 luglio 2017
Metal detector e menzogne palestinesi
ì
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I poliziotti uccisi erano lì di guardia per garantire la sicurezza dei fedeli musulmani. I manipolatori palestinesi intendono distogliere l'attenzione dall'attacco terroristico cercando di far credere che la crisi sia iniziata quando Israele ha installato i metal detector e non a seguito della morte dei due agenti di polizia. Innanzitutto, le misure di sicurezza, inclusi i metal detector, non sono un'iniziativa israeliana, ma una reazione diretta e necessaria a un attacco terroristico specifico. Il governo israeliano non ha deciso di installare questi dispositivi per modificare lo status quo o impedire ai musulmani di pregare. In secondo luogo, sono i palestinesi che hanno preso la decisione di non accedere al Monte del Tempio fino a quando i metal detector non saranno rimossi. I palestinesi e il Waqf mentono a tutti dicendo che Israele impedisce ai musulmani l'accesso ai loro luoghi santi. L'opposizione palestinese ai metal detector ha un solo significato: i palestinesi sono determinati a trasformare il Monte del Tempio in un deposito di armi e in una rampa di lancio per attacchi terroristici contro gli israeliani. E se la moschea fosse distrutta in questo processo, chi ne sarebbe responsabile? Probabilmente, questo è il vero obiettivo.
La controversia nata dalla decisione delle autorità israeliane di installare i metal detector all'entrata del Monte del Tempio ricorda il famoso proverbio arabo: "Mi ha picchiato e si è messo a piangere, poi è venuto a lamentarsi". Questo ribaltamento della realtà è frequente quando gli aggressori tentano di farsi passare per vittime. I metal detector sono stati installati sul Monte del Tempio a seguito dell'assassinio di due poliziotti israeliani da parte dei terroristi arabi, il 14 luglio scorso. I tre terroristi – cittadini arabi israeliani provenienti dal villaggio di Umm al-Fahm – erano armati di mitraglietta e coltelli. Le armi sono state facilmente introdotte sul Monte del Tempio in quanto ai fedeli musulmani non era chiesto dai poliziotti di guardia agli ingressi di sottoporsi al controllo dei dispositivi elettronici. Per quanto possa sembrare inverosimile, i palestinesi ormai protestano quotidianamente contro le nuove misure di sicurezza israeliane, pretendendo la rimozione dei metal detector all'ingresso del luogo sacro. L'Autorità palestinese (Ap), la Giordania e altri paesi arabi e islamici accusano Israele di aver violato lo status quo in vigore sul Monte del Tempio installando i metal detector. Si aspetta ancora una denuncia dell'atto terroristico in cui hanno perso la vita i due poliziotti israeliani, perché sono stati i terroristi ad aver profanato la sacralità del sito. Non c'è stata alcuna condanna dell'uccisione dei due agenti, membri della comunità arabo-drusa di Israele, che avevano il compito di mantenere l'ordine pubblico sul Monte del Tempio. Erano lì di guardia per garantire la sicurezza dei fedeli musulmani. E invece, numerosi palestinesi e arabi hanno applaudito l'attacco terroristico come "un'operazione storica" contro il "nemico sionista". I tre terroristi, che sono stati uccisi dai poliziotti israeliani durante l'attacco, sono considerati "martiri" ed "eroi" che hanno sacrificato la propria vita per difendere la Moschea di al-Aqsa. Purtroppo, molti leader arabi israeliani si sono rifiutati di condannare questo attacco terroristico compiuto da tre loro concittadini. I metal detector hanno un unico obiettivo: impedire ai terroristi di fare entrare armi sul Monte del Tempio. Farlo dovrebbe essere considerato come una profanazione di un luogo sacro. Ma anziché appoggiare il tentativo da parte degli israeliani di impedire spargimenti di sangue su questo suolo sacro, i palestinesi e altri arabi accusano Israele perché cerca di salvaguardare il benessere di tutti, a cominciare da quello dei fedeli musulmani, predisponendo elementari misure di sicurezza. I manipolatori palestinesi intendono distogliere l'attenzione dall'attacco terroristico cercando di far credere che la crisi sia iniziata quando Israele ha installato i metal detector e non a seguito della morte dei due agenti di polizia. I palestinesi e altri arabi si lamentano con la comunità internazionale che Israele cerchi di modificare lo status quo sul Monte del Tempio con una serie di misure di sicurezza e di impedire ai musulmani di recarsi a pregare nella Moschea di al-Aqsa. Ma i fatti raccontano una storia del tutto diversa. Innanzitutto, le misure di sicurezza, inclusi i metal detector, non sono un'iniziativa israeliana, ma una reazione diretta e necessaria a un attacco terroristico specifico. Il governo israeliano non ha deciso di installare questi dispositivi per modificare lo status quo o impedire ai musulmani di pregare. In secondo luogo, sono i palestinesi che hanno preso la decisione di non accedere al Monte del Tempio fino a quando i metal detector non saranno rimossi. I leader palestinesi e i funzionari del Waqf (l'organismo religioso che gestisce il complesso del Monte del Tempio) hanno esortato i fedeli musulmani a non accedere al Monte e a pregare nelle strade e nelle piazze pubbliche per protestare contro i metal detector. I fedeli musulmani preferiscono pregare per strada anziché accedere al Monte del Tempio passando sotto questi dispositivi. Ma ora i palestinesi e il Waqfmentono a tutti dicendo che Israele impedisce ai musulmani l'accesso ai loro luoghi santi.  Il 19 luglio 2017, circa 4mila musulmani palestinesi hanno pregato all'esterno della Città Vecchia di Gerusalemme per protestare contro l'installazione di metal detector agli ingressi del Monte del Tempio. (Foto di Ilia Yefimovich/Getty Images) |
La macchina della propaganda palestinese lavora a pieno ritmo per dare la falsa impressione che i metal detector fanno parte di un piano israeliano per scatenare una guerra di religione contro i musulmani e distruggere la Moschea di al-Aqsa. Ma è tutto il contrario. L'incitamento dei leader palestinesi e dei funzionari del Waqf sta a indicare che sembrerebbero determinati a causare una guerra di religione contro Israele e gli ebrei. Questo incitamento alla violenza è cominciato più di due anni fa, quando i dirigenti palestinesi e del Waqf hanno detto alla loro gente e al resto del mondo che Israele intendeva distruggere la Moschea di al-Aqsa e che gli ebrei in visita sul Monte del Tempio "profanavano con i loro piedi sporchi" un sito sacro islamico. Il presidente dell'Autorità palestinese Mahmoud Abbas è stato il primo a pronunciare questa calunnia del sangue, che ha innescato un'ondata di assalti a colpi di coltello e di attacchi con le auto contro gli israeliani che continuano tuttora. I tre terroristi autori dell'attacco del 14 luglio hanno obbedito alle istruzioni di Abbas e di altri dirigenti palestinesi e musulmani, perché questo è il compito di ogni musulmano: difendere la Moschea di al-Aqsa dagli ebrei. Pertanto, questo attacco dovrebbe essere visto nel contesto dell'ondata degli attacchi terroristici contro Israele, iniziata alla fine del 2015 e meglio conosciuta come "l'Intifada dei coltelli". Da allora, i palestinesi usano il pretesto degli ebrei in visita al Monte del Tempio come scusa per lanciare attacchi terroristici contro Israele. I dirigenti palestinesi e i media continuano a descrivere queste visite pacifiche come "incursioni violente nella Moschea di al-Aqsa da parte di bande di coloni". Ma la verità è che nessun ebreo ha messo piede nella moschea. Le visite sono circoscritte al complesso del Monte del Tempio ed è ciò che i turisti non musulmani fanno dal 1968. Di fatto, sono gli stessi palestinesi che profanano la sacralità del Monte del Tempio, usando il sito per lanciare attacchi violenti contro gli ebrei e lanciando pietre contro gli ebrei che pregano al Muro Occidentale. Sono anche loro che hanno introdotto armi nel Monte del Tempio per colpire con bombe incendiarie e pietre i visitatori e i poliziotti ebrei. La leadership palestinese e i responsabili del Waqf hanno inoltre incoraggiato i musulmani a molestare con insulti i visitatori e gli agenti di polizia. Lo scorso anno, i palestinesi hanno contrastato un piano della Giordania di installare decine di telecamere di sorveglianza sul Monte del Tempio. Questi dispositivi avrebbero dovuto respingere o confermare le accuse secondo le quali Israele cerca di distruggere la Moschea di al-Aqsa. Cedendo alle intimidazioni palestinesi – compresa la minaccia di distruggere le telecamere – i giordani hanno alla fine desistito dal loro intento. Ma per quale motivo i palestinesi si sono opposti al piano? Perché temevano che la loro violenza, le molestie e l'ammasso di armi per attaccare i visitatori e i poliziotti ebrei sarebbero stati ripresi dalle telecamere. Riassumendo: i palestinesi hanno ancora una volta manipolato la realtà, stavolta prendendo a pretesto i metal detector perché sono preoccupati che questi dispositivi gli impediranno di introdurre coltelli e armi da fuoco sul Monte del Tempio. E allora viene da chiedersi: se ci si reca alla Moschea di al-Aqsa per pregare, perché preoccuparsi dei metal detector? Migliaia di palestinesi passano quotidianamente sotto i metal detector per entrare in Israele, arrivando sani e salvi sul luogo di lavoro. Allo stesso modo, ogni giorno, palestinesi e israeliani passano sotto i metal detector per accedere ai centri commerciali e alle istituzioni pubbliche come gli uffici postali, l'istituto nazionale di previdenza sociale, gli ospedali e i centri medici. Perché tanto clamore? L'opposizione palestinese ai metal detector del Monte del Tempio ha un solo significato: i palestinesi sono determinati a trasformare il sito sacro in un deposito di armi e in una rampa di lancio per attacchi terroristici contro gli israeliani. E se la moschea fosse distrutta in questo processo, chi ne sarebbe responsabile? Probabilmente, questo è il vero obiettivo. Chi in seno alla comunità internazionale vorrebbe condividerlo? Bassam Tawil è un musulmano che vive e lavora in Medio Oriente
| inviato da LiberaliPerIsraele il 25/7/2017 alle 20:9 | |
19 luglio 2017
Aprite gli occhi! ALTROCHE' SE CI PAGHERANNO LE PENSIONI!!!"
Aprite gli occhi!
"Consideriamo solo questo: La donna musulmana in genere non lavora,
quindi, ammesso che il marito lavori e che solitamente hanno 3-4 figli
le detrazioni IRPEF quasi eguaglieranno l’imposta, con conseguenti
assegni familiari altissimi, ISEE bassissimo, casa popolare praticamente
garantita, ESENZIONE di : asilo nido , mensa, tasse scolastiche e
universitarie; contributi, sussidi, agevolazioni in ogni possibile
graduatoria... E questi sono i residenti integrati… A tutto
questo aggiungiamo quanto ci costa l'immigrazione ... circa 4,5
miliardi ultimi dati: con quanto contribuisce l'Europa? 170 milioni... Ma non basta!
E' in discussione il DDL sullo IUS SOLI, ma ciò che è già in vigore è
il TU sull'immigrazione (Decreto legislativo 25 luglio 1998, n.286) il
cui art. 19 comma 2 dice: <<Non è consentita l'espulsione, salvo
che nei casi previsti dall’articolo 13, comma 1 (per motivi di ordine
pubblico o di sicurezza dello Stato), nei confronti: (...) c) degli
stranieri conviventi con parenti entro il secondo grado o con il
coniuge, di nazionalità italiana>> quindi l'acquisto della
cittadinanza italiana da parte dei bambini nati in Italia attribuirà
automaticamente il diritto a stare in Italia a tutti i parenti entro il
secondo grado di quel bimbo. Infatti la legge sull'immigrazione vieta l'espulsione, tranne che per motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato...
Si sviluppera' un fiorente traffico di anziani genitori dall'Africa in
Italia, scopriremo che non muore nessuno da quelle parti perche' saranno
sicuramente SEMPRE 4 per famiglia , di cui nessuno potra' mai
certificare la vera identita', arriveranno da ogni angolo dell'Africa
con documenti falsi di ogni tipo e una volta che gli anziani avranno
messo piede in Italia, subito partira' la richiesta di pensione sociale,
gia' ne paghiamo oltre 100.000, sara' la bomba nucleare che esplodendo
distruggera' definitivamente il nostro sistema pensionistico, con
milioni di nuovi pensionati, che non hanno versato e mai verseranno un
solo EURO. E la fine della nostra gia' agonizzante assistenza
sanitaria, per nuovi milioni di anziani malati, che si abbatteranno su
di essa. ALTROCHE' SE CI PAGHERANNO LE PENSIONI!!!" (Cit. Francesco Balestrieri)
| inviato da LiberaliPerIsraele il 19/7/2017 alle 18:9 | |
1 novembre 2016
Ed allora, "buon" allahween!

Donato Raggio
Ci sono feste inquietanti legate a culti squallidi, orrendi che, purtroppo, ogni anno di più, da tempo, diventano sempre più invadenti in Occidente.
Anzi, ammorbando sempre più tragicamente l'intero umano mondo e non per un giorno all'anno: tutto l'anno.
E non è un caso l'invadenza-invasione (che anche dell'immigrazione si serve grazie alla complicità di traditori ed utili idioti a volontà proprio in Occidente, immigrazione a flussi epocali massicci e strumentale a render efficace rapidamente la nota "politica del ventre" per sottomettere tutti gli infedeli al culto e immigrazione già criminalmente auspicata dall'ideologia ONUsiana che ne indica, quale necessaria, la finalità di "replacement" ed in particolare per Italia, ovvero di sostituzione e rimpiazzo del suo popolo e senza neppure proporre politiche di crescita demografica di italiani, per non dover esser sostituito: forse, ritenendo anche l'ONU che, come ebbe a dire d'Alema (ospite di un dibattito televisivo non molto tempo fa, insieme ad altri convenuti appositamente scelti per contrapporsi a Marine Le Pen che già questo progetto criminale nella UE contro nazioni e popoli d'Europa condanna), la sola idea di incentivare nascite di italiani anziché ricorrere agli immigrati per il loro rimpiazzo, sarebbe un'idea fascista.
E pensando a Laura Boldrini che presso l'ONU ci ha fatto carriera e trovandovi trampolino di lancio per passar direttamente ad occupare una delle più alte cariche istituzionali politiche italiane senza nemmeno il disturbo di avere una credibile legittimazione politica. Vale a dire zero consenso: se si presentasse, la già appartenente al SEL, confermerebbe consenso presso i cittadini italiani anche più basso di sempre e presumibilmente da zero virgola, cioè il nulla che, agli italiani gli viene imposto loro malgrado ed essendo quanto più possibile distante di idee e disposizione da loro e lei portando avanti le politiche ONUsiane con arroganza e fanatismo puntuale, infatti, come sua personalità le suggerisce: probabilmente il peggiore presidente della camera di sempre.
Surreale è anche dover osservare negli ultimi anni, una certa propensione di cristiani alla criminalizzazione della festa di Halloween, con inquietanti moniti relativi (spianerebbe la strada al demonio, al satanico, è pericoloso, siate avvertiti della grave minaccia).
Però non è per via di Halloween che, ogni anno di più, i cristiani subiscono durissime persecuzioni con recrudescenza di terrorismo e persecuzioni più abbiette nei loro confronti, quando non massacrandoli come mosche, un po' ovunque: in Africa, in Asia... in Medioriente ridotti quasi all'estinzione.
E non per Halloween, ma in nome di allah: uccidendo, torturando, terrorizzando, ricattando, perseguitando, sottomettendo (e non solo cristiani a dirla tutta, ma chiunque non già sottomesso o morto ammazzato in nome di allah, essendo passato, presente e futuro destinatario dell'ispirazione demenziale e criminale di quel culto che demenziale e criminogeno è. Ed invadendo e creando le condizioni perché possa farlo sempre meglio e con più forza ovunque. E tutti i giorni, tutti i giorni: questo possiamo vedere, ogni giorno ed ogni giorno di più, non solo un giorno all'anno.
Tanto è grave che, solo sulla faccenda (cristiani perseguitati, uccisi, massacrati, ricattati sempre più in nome di allah e sempre più estesamente), bisognerebbe farci un sinodo permanente.
Ma, naturalmente, per farlo, occorrerebbero alcune cosucce che, purtroppo, ahimé ed ahinoi (cristiani e non, comunque noi infedeli per allah), mancano all'appello.
Cosucce come il buon senso e, direi, anche di buon gusto: se può non piacere ad alcuni quello di Halloween, cosa bisognerebbe dire allora del gusto di un culto che ha per modello insuperabile un personaggio che non si è risparmiato di uccidere, far uccidere su commissione dando licenza di mentire per ingannar la vittima, di far terrorismo sistematico, distruzioni e genocidio, rapine a mano armata con organizzazione mafiosa per espandere il controllo territoriale della stessa organizzazione e dei suoi seguaci e, infine, per farsi mancar nulla, già vecchio, concedendosi pure di soddisfar le sue voglie di pedofilo: questo il modello umano di riferimento e di continua ispirazione per gli adepti del culto disgraziato (in ogni senso, privo di grazia alcuna).
Cosucce di cui si dovrebbe disporre per contrastare seriamente questo orrendo fenomeno, quali un un minimo di coerenza, di lungimiranza, di onestà intellettuale ed anche un minimo di coraggio.
Un sinodo permanente sull'islamizzazione globale e pure dell'Occidente.
Invece nemmeno la puzza; e sì che l'islam puzza parecchio, ma non c'è modo che si abbia decenza di affrontar l'argomento veramente.
Stessa cosa dicasi per istituzioni laiche, naturalmente, nel consorzio civile degno di tal nome, evitando ed eludendo l'argomento ed anzi, proponendosi di spianare la strada a questa piaga umanitaria che l'islam porta con sé.
Traditori, mercenari, imbecilli incurabili a strafottere ma per scelta (errare humanum est, perseverare autem diabolicum).
Purtroppo, ai piani più alti del potere (sia laico che religioso), la rappresentazione è quella dell'indecente vigliaccheria ed omertà, dell'idiozia senza speranza, della corruzione morale (la disonestà intellettuale è già, di per sé, immorale), di mendaci sfacciati e senza scrupoli (tali bisogna essere per definir, ad es., l'islam una religione di pace o equiparar Bibbia a Corano e così via).
E se è questo l'andazzo, non è difficile prefigurare quale sarà la nostra sciagurata sorte: una sorte del ca...!!!
Ed allora, "buon" allahween!
Ma se avremo un po' di fortuna e miracolosa possibilità, allora avremo occasione di farla noi una gran bella festa come si conviene:
ai seguaci di allahweeen, a chi spiana la strada all'invasione-invadenza di quel culto criminale-criminogeno, ai loro complici farabutti, ai traditori, ai corrotti e venduti che ci hanno tradito e svenduto; e pure agli imbecilli che con zelo contribuiscono nel ruolo degli "utili idioti" (per vocazione, sempre utili al peggio e mai il contrario), a coloro che contribuiscono alla disgrazia contro ogni buon senso e buon gusto, indegnamente, perseverando, con vocazione al masochismo ed anche all'eutanasia graduale forzata di tutta la nostra civiltà.
E c'è, c'è questa condizione possibile che sta crescendo, in Occidente, in Europa: cresce dal basso e quanto più lontano ed in contrasto con poteri forti, con chi dovrebbe tutelarci ed invece ci tradisce ed opera attivamente addirittura nemmeno restando neutrale (e già sarebbe grave così fosse, dovendo chi ci rappresenta, essere a nostra tutela e promozione, non neutro) per boicottare, già, persino ostacolando, anche preventivamente impegnandosi, questo virtuoso processo di presa di coscienza, di consapevolezza di urgenza e drammaticità della minaccia che già incombe pesantemente.
E non è Halloween.
| inviato da LiberaliPerIsraele il 1/11/2016 alle 11:44 | |
15 ottobre 2016
Una sola parola: Miserabili !!! Commento di Deborah Fait
Miserabili. E' la prima parola che mi è venuta in mente e che ho gridato
non appena letta la notizia del voto aberrante dell'Unesco contro
Israele. Sì, miserabili ma, attenzione, non mi riferisco soltanto
ai 24 paesi che hanno votato per cancellare ogni legame tra il Popolo
ebraico e i propri luoghi santi, altrettanto miserabili sono gli
astenuti, ben 26, Italia compresa. Se costoro avessero avuto il
coraggio e la preparazione storica di votare contro questa aberrazione,
la risoluzione non sarebbe passata perchè, con i 6 paesi che hanno
votato contro ( Germania, Estonia, Lituania, Olanda, Inghilterra, USA)
la maggioranza sarebbe stata dalla parte di Israele, della verità
storica e della giustizia. La solita vigliacca Europa si è
astenuta, solo 6 nazioni si sono opposte e tra queste, ripeto, non c'è
l'Italia che, mettendo vergognosamente la testa sotto la sabbia, ha
permesso alle peggiori dittature arabo/islamiche e non islamiche del
mondo di negare ogni legame tra noi ebrei e i nostri luoghi santi.
Grazie a quell'indegno carrozzone antisemita che si chiama ONU e alle
sue agenzie , tutti i luoghi sacri del mondo ebraico che si trovano in
Giudea e Samaria sono stati dichiarati, uno dopo l'altro, "siti
palestinesi": Alla Tomba di Rachele (la Matriarca moglie di
Giacobbe) è stato dato dall'Unesco, nel 1990, il nome arabo di Bilal Bin
Rabah e trasformata in moschea. La Tomba del patriarca Giuseppe,
nel 2000, è stata anch'essa trasformata in moschea dopo che i
palestinesi avevano dato fuoco all'edificio venerato da ebrei e
cristiani e quando gli ebrei osano avvicinarvisi per pregare, vengono
malmenati, aggrediti e, se capita, uccisi. La Grotta dei Patriarchi
e della Matriarche di Israele, detta in ebraico Me'arat HaMachpela, è
stata consegnata alla "Palestina" col nome di Al Haram Al Ibrahimi.
Le tombe dei nostri patriarchi sono chiamate nel testo della
risoluzione: "false tombe ebraiche". Israele viene nominato soltanto
come "forza occupante". La risoluzione Unesco, assurda, ignorante,
antistorica, totalmente antisemita, il 13 ottobre 2016, il giorno dopo
lo Yom Kippur , ha eliminato il nome originale ebraico del luogo più
sacro per gli ebrei di tutto il mondo, il Monte del Tempio, Har HaBait,
cambiandolo in “Al-Aq?a Mosque/Al-?aram Al-Sharif ", decretando che il
sito è sacro solo per i musulmani. Il Kotel, detto anche Muro del
pianto per le lacrime che gli ebrei piangono da 2000 anni ricordando il
loro Tempio distrutto, non si chiama più Kotel Hamaaravì (Muro
occidentale) bensì "al Buraq " in onore dell'asina di Maometto.
Cancellando i siti storici di un popolo se ne cancellano automaticamente
la storia e il diritto ad esistere, quindi di avere un Paese. E'
questo l'obiettivo dei palestinisti che da anni e anni lavorano, grazie
ai soldi e alla simpatia di tutto il mondo antisemita, affinchè diventi
realtà ed è semplicemente spaventoso che della gente da sempre dedita al
terrorismo e al parassitismo, riesca da avere un simile potere assoluto
, dimostrazione di come sia caduto in basso l'Occidente. L'Unesco
ha eliminato più di 3000 anni di storia ebraica , i luoghi santi che
sono da sempre l'essenza del Popolo di Israele sono stati spazzati via e
consegnati agli arabi che naturalmente non hanno su di essi nessun
diritto storico, religioso e politico. Temo che questa non sia
altro che la premessa per arrivare al peggio e toglierci anche
Gerusalemme, la nostra Capitale "...gli ebrei non hanno una storia nè un
luogo sacro quindi nessun diritto... Israele non deve esistere e
Gerusalemme non è altro che Al Quds, una città palestinista.." E' questo
il senso malefico e demoniaco della risoluzione. La cosa più
stupida di questa ignominia è che l'Europa, che vanta radici ebraico
cristiane e che si è nascosta dietro a un dito pur di non disobbedire
all'islam, rischia di veder negata anche la propria storia cristiana.
Come la mettiamo con Gesù? Era ebreo (lasciamo stare le bestemmie
palestinististe che lo dichiarano arabo palestinese), è stato circonciso
a 8 giorni come prevede la legge ebraica. A 13 anni, età in cui i
meschietti ebrei diventano religiosamente adulti (Bar Mitzvà), Gesù si è
recato proprio al Tempio di Salomone a Gerusalemme per dissertare con i
rabbini, da adulto è entrato in Gerusalemme per partecipare alla festa
di Pesach ( Pasqua ebraica). Allora? Semplice, per l'Unesco tutto
questo non è mai esistito quindi la cristianità chiuda i battenti. Su
cosa si basa il Cristianesimo? Sui Vangeli che parlano della vita di
Gesù, di ebrei, di giudei, di Gerusalemme, del Tempio degli ebrei,
allora dal momento che tutto questo viene sconfessato lo sono
automaticamente anche i Vangeli, esattamente come la Torà e.... tutto
diventa Islam. Grandioso, no? La decisione drammatica, antistorica,
revisionista, antisemita, anticristiana e negazionista dell'Unesco e'
molto pericolosa e, a questo punto, è lecito chiedersi se qualcuno al
Ministero degli Esteri italiano capirà che ogni presenza ebraica e
cristiana a Gerusalemme e in Giudea è stata cancellata dai 24 voti in
favore e dalla vigliaccheria dei 26 astenuti. L'odio per gli ebrei è
talmente radicato in Europa che quest'ultima arriva a mettere in
pericolo addirittura la propria esistenza, il proprio Credo e la propria
cultura assoggettandosi ai palestinisti, all'islam e alle spregevoli
dittature che questi rappresentano. Israele, per protesta, ha
congelato ogni suo rapporto con l'Unesco, varie organizzazioni sioniste e
amiche di Israele hanno già scritto al ministero deli Esteri, vorrei
perciò invitare chi mi legge a scrivere , meglio se a gruppi ma anche
individualmente, il proprio sdegno al Ministro
Gentiloni,gabinetto@esteri.it per conoscenza al premier Renzi .
Agli ebrei dico : BASTA, basta essere educati e civili, BASTA accettare
in silenzio le prepotenze del mondo antisemita, ricordiamoci che la
demonizzazione degli ebrei ha portato alla Shoà. Adesso, quasi 80
anni dopo, tentano il colpaccio cancellando le nostre radici, rubando
l'intera nostra storia, stuprando la verità per arrivare al
raggiungimento del loro stramaledetto sogno, la distruzione fisica di
Israele e di tutto il popolo ebraico. Basta! Andiamo in piazza,
manifestiamo, protestiamo civilmente come è nella nostra natura ma
facciamo loro capire che non ci piegheranno, che noi esistiamo con tutto
il nostro passato e il nostro presente e che Israele, sia come Stato
che come Nazione ebraica, non sarà mai cancellato. Diciamo BASTA!
| inviato da LiberaliPerIsraele il 15/10/2016 alle 12:59 | |
27 settembre 2016
Sermoni contro Israele
Roma. Il Teatro nazionale norvegese ha
aperto con un drammatico videoclip la
Biennale Internazionale Ibsen di Oslo. Con
un video che annuncia il boicottaggio culDI
GIULIO MEDITI
turale del Teatro nazionale di Israele, l'Habima
di Tel Aviv. Finanziata dal governo di
Oslo, la clip mostra un'attrice, su uno sfondo
nero, che posa come portavoce del teatro
e invoca il boicottaggio del teatro israeliano.
L'attrice, Pia Maria Roll, si "scusa
pubblicamente per la nostra collaborazione
vergognosa con Habima, il teatro nazionale
di Israele", aggiungendo che la cooperazione
è servita a "normalizzare l'occupazione
israeliana". Pia Maria Roll definisce
poi Israele uno stato "basato sulla pulizia
etnica, il razzismo, l'occupazione e l'apartheid".
Dopo le proteste di Gerusalemme,
il Teatro nazionale della Norvegia si è
affrettato a scusarsi: il film non rappresenta
l'istituzione. Salvo evitare poi di condannare
il video. Per il ministero degli Esteri
di Israele, il video di sette minuti ricorda
"il frutto malato della propaganda nazista
di Goebbels, la regista nazista Leni Riefenstahl
e i collaborazionisti norvegesi Vidkun
Quisling e Knut Hamson". Il video, come la
sua trascrizione, è stato pubblicato dal
giornale norvegese Morgenbladet.
Ci si sposta nel Regno Unito e il copione
si ripete. Intitolata "Non è possibile
passare oggi", una mostra speciale è stata
inaugurata dentro la chiesa metodista Hinde
Street a Marylebone, nel centro di Londra.
La mostra di cinque giorni è stata progettata
per "ricreare l'esperienza della coda
a un checkpoint tra Gerusalemme e Betlemme".
Il rabbino Barry Marcus della Sinagoga
centrale, che sorge vicino alla chiesa,
ha detto di temere che la mostra "demonizzi"
Israele. "Perché diavolo una chiesa
soffia sul fuoco dell'antisemitismo?", ha
chiesto Marcus. E' dovuto intervenire l'ex
arcivescovo di Canterbury, Lord Carey, che
si è detto addolorato per la rappresentazione
di Israele come "oppressore". Carey ha
dichiarato che "gli ebrei di tutta Europa
sono presi di mira e uccisi dai terroristi,
che spesso tentano di giustificare le loro
azioni demonizzando Israele. E' quindi
particolarmente triste vedere una chiesa a
Londra demonizzare Israele". Ha concluso
Carey: "I checkpoint in Israele sono purtroppo
necessari al fine di salvare vite
umane. I metodi utilizzati dalle democrazie
per difendere i propri civili non dovrebbero
essere messi a repentaglio da
leader religiosi nei luoghi di culto e di fratellanza".
Non è la prima volta che le chiese
protestanti di Londra si prestano a simili
operazioni. Un pannello di otto metri è
stato costruito di fronte alla cattedrale di
San Giacomo a Londra, una gloria della
Church of England. In cima al pannello, filo
spinato e fari puntati sulla strada. Una
replica del "fence", la barriera anti terrorismo
eretta da Israele. La Manchester
Cathedral, sede del vescovo anglicano, ha
organizzato un seminario in cui si accusava
Israele di "crimini contro l'umanità". E
la stessa chiesa di San Giacomo ha ospitato
canzoni natalizie, che però di natalizio
avevano soltanto le note musicali. In una il
testo diceva: "Dodici assassini, undici case
demolite, dieci pozzi ostruiti, nove torri
per i cecchini, otto cannoniere che sparano,
sette checkpoint a bloccare, sei carri
armati che avanzano, cinque anelli di coloni,
quattro bombe che cadono, tre cannoni
da trincea, due colombe schiacciate e un
albero d'olivo sradicato". Dai teatri agli altari,
è la grande messinscena dell'antisemitismo
contemporaneo
| inviato da LiberaliPerIsraele il 27/9/2016 alle 19:43 | |
7 settembre 2016
Quante sono le stragi che stanno avvenendo nel mondo senza alcun intervento? Non si potrà poi dire “Io non sapevo”, come nel caso della Shoah
(anche
se in molti casi non corrisponde al vero), qui le cose c’è chi le
conosce ma per vari motivi non si rendono pubbliche. Quello che ci è dato di sapere è quello che scelgono i media, ciò che è utile alla Politica ed agli interessi finanziari. Il caso dei Palestinesi in Siria, così dettagliatamente scritto nel seguente articolo è solo uno dei tanti. La situazione dei Palestinesi a Gaza e nella Cisgiordania non è certo peggiore di come vengono trattati in Paesi Arabi. Da Notizie su Israele del 6 settembre 2016: Gli "altri" palestinesi di Khaled Abu Toameh (*)
La comunità internazionale sembra aver dimenticato che i palestinesi
possono trovarsi ben al di là della Cisgiordania e della Striscia di
Gaza. Questi "altri" palestinesi vivono in Paesi arabi come la Siria, la
Giordania e il Libano e i loro innumerevoli e gravi torti subiti non
interessano affatto alla comunità internazionale. Solo i palestinesi che
vivono in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza attirano l'attenzione
internazionale. Per quale motivo? Perché sono proprio questi individui
che la comunità internazionale usa come armi contro Israele.
Quasi 3.500 palestinesi sono stati uccisi in Siria dal 2011. Ma poiché
essi sono stati uccisi dagli arabi e non dagli israeliani, questo non fa
notizia per i media mainstream e non interessa ai forum che si occupano
della difesa dei "diritti umani". Questi dati sono stati diffusi la
settimana scorsa dall'Action Group For Palestinians of Syria (Agps),
fondato a Londra nel 2012 con l'obiettivo di documentare la sofferenza
dei palestinesi in Siria e redigere le liste delle vittime, dei
prigionieri e delle persone scomparse per inserirle nei database dei
forum per i diritti umani. Eppure, i forum che si occupano della
difesa dei "diritti umani" non rivolgono particolare attenzione a tali
risultati. Sono troppo impegnati a occuparsi di Israele. Concentrando
esclusivamente la loro attenzione sui palestinesi che vivono in
Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, questi forum cercano
continuamente di trovare il modo di ritenere Israele responsabile delle
violazioni, ignorando i crimini perpetrati dagli arabi contro i loro
fratelli palestinesi. Questa ossessione per Israele, che talvolta
rasenta il ridicolo, reca un gran danno alle vittime palestinesi dei
crimini arabi. Secondo i dati forniti dall'Agps, sono 85 i palestinesi
che sono stati uccisi in Siria nel corso del 2011, primo anno della
guerra civile. L'anno successivo, il numero è salito a 776. Nel 2013, è
stato registrato il più alto numero di vittime palestinesi: 1.015. Nel
2014, i palestinesi uccisi in Siria sono stati 724 e l'anno seguente
502. Dall'inizio di quest'anno (fino a luglio), circa 200 palestinesi
hanno perso la vita in Siria. Ma come sono stati uccisi? Il gruppo
afferma che sono morti sotto i bombardamenti, in scontri armati, sotto
tortura in prigione e a causa dell'assedio condotto contro i loro campi
profughi in Siria. Eppure, l'Autorità palestinese (Ap) a
Ramallah non sembra preoccuparsi della gravità della situazione in cui
si trova la sua popolazione in Siria. Tutto ciò che importa all'Ap è
accusare Israele di ogni cosa di cui essa è direttamente responsabile.
Per Mahmoud Abbas, presidente dell'Autorità palestinese, e i suoi alti
La leadership dell'Autorità: Palestinese stia cercando di migliorare le
relazioni con il regime di Assad in Siria, quel regime che uccide,
imprigiona e tortura ogni giorno decine e decine di palestinesi.
funzionari in Cisgiordania, i palestinesi che si trovano in Siria non
contano. A tal proposito, è sbalorditivo il fatto che la leadership
dell'Ap stia cercando di migliorare le relazioni con il regime di Assad
in Siria, quel regime che uccide, imprigiona e tortura ogni giorno
decine e decine di palestinesi. La recente inaugurazione di una nuova
ambasciata dell'Autorità palestinese a Damasco ha irritato molti
palestinesi in Siria. "I dirigenti dell'Ap hanno venduto i palestinesi
in Siria e si sono riconciliati con il regime siriano", ha rilevato un
palestinese della Siria. Un altro palestinese ha commentato: "Ora
sappiamo perché alcune delegazioni dell'Olp si sono recate in Siria di
recente. Hanno cercato di riallacciare i rapporti con il regime, non per
garantire la sicurezza dei nostri campi profughi né per chiedere il
rilascio dei palestinesi detenuti nelle prigioni (siriane, ndr)". Altri
hanno accusato la leadership dell'Ap di "sacrificare il sangue dei
palestinesi". L'apertura di una nuova ambasciata a Damasco sarebbe
stata, secondo loro, una ricompensa offerta all'Autorità palestinese per
essersi disinteressata delle sorti dei palestinesi della Siria. I
palestinesi si lamentano del fatto che i diplomatici e altri
rappresentanti dell'Ap, a Damasco, abbiano ignorato tutti gli appelli di
aiuto lanciati in passato. I media internazionali non fanno altro che
pubblicare articoli sulla "crisi idrica" nelle città e nei villaggi
palestinesi, soprattutto in Cisgiordania. Questo è un tema che viene
riproposto quasi ogni estate, quando qualche giornalista straniero è in
cerca di notizie negative su Israele. E non c'è nulla di più piacevole
che ritenere Israele responsabile della "crisi idrica" in Cisgiordania.
Ma quanti giornalisti occidentali si sono preoccupati di informarsi
sulla carenza d'acqua che affligge i palestinesi del campo profughi di
Yarmouk, in Siria? Qualcuno sa che questo campo è rimasto senza acqua
corrente per più di 720 giorni ed è senza elettricità da tre anni?
Yarmouk, che si trova a soli otto chilometri dal centro di Damasco, è il
più grande campo profughi palestinese della Siria. O piuttosto lo era.
Nel giugno 2002, 112mila palestinesi vivevano a Yarmouk. Alla fine del
2014, la popolazione erano meno di 20mila. Secondo fonti mediche, molti
dei residenti del campo sono affetti da una serie di malattie. Queste
cifre sono allarmanti, ma non per la leadership dell'Autorità
palestinese, i media mainstream e le organizzazioni per i "diritti
umani" dei Paesi occidentali. Nessun campanello d'allarme è suonato
riguardo agli oltre 12mila palestinesi che languiscono nelle prigioni
siriane, tra cui 765 bambini e 543 donne. Secondo fonti palestinesi,
circa 503 palestinesi sono morti sotto tortura negli ultimi anni. Fonti
affermano che alcune prigioniere sono state stuprate dagli interroganti e
dalle guardie. Huda, una ragazza di 19 anni di Yarmouk, ha raccontato
di essere rimasta incinta dopo aver subito ripetuti stupri di gruppo per
15 giorni, nel carcere siriano dove era stata rinchiusa. "A volte mi
violentavano più di 10 volte al giorno", ha raccontato Huda, aggiungendo
che a causa di questo ha avuto forti emorragie e ha subito perdite di
La leadership dell'Ap non perde mai occasione di chiedere il rilascio
di palestinesi incarcerati da Israele, ma di fronte alle migliaia di
person- e torturate in Siria, i dirigenti dell'Autorità palestinese, a
Ramal- lah, sono incredibilmente silenziosi. coscienza. Ha anche
raccontato in un'intervista di un'ora come sia stata rinchiusa in una
cella per tre settimane dove c'erano i corpi di altri prigionieri
torturati a morte. Storie come questa vengono raramente riportate
dai quotidiani occidentali. Né se ne parla alle conferenze delle varie
organizzazioni internazionali che si occupano della tutela dei diritti
umani e nemmeno alle Nazioni Unite. Gli unici palestinesi di cui il
mondo parla sono quelli che si trovano nelle prigioni israeliane. La
leadership dell'Ap non perde mai occasione di chiedere il rilascio di
quei palestinesi incarcerati da Israele, la maggior parte dei quali è
sospettata o riconosciuta colpevole di terrorismo. Ma di fronte alle
migliaia di persone torturate in Siria, i dirigenti dell'Autorità
palestinese, a Ramallah, sono incredibilmente silenziosi. Per essere
precisi, è opportuno ricordare che le fazioni palestinesi di Fatah e
Hamas hanno contattato talvolta le autorità siriane riguardo ai
prigionieri, ma per chiedere il rilascio di alcuni dei loro membri.
Giunge notizia dalla Siria che tre campi profughi palestinesi sono
ancora assediati dall'esercito siriano e dai suoi gruppi fantoccio
palestinesi. Yarmouk, ad esempio, è sotto assedio da più di 970 giorni,
mentre il campo profughi di Al-Sabinah da più di 820 giorni. Handarat
sta affrontando la stessa sorte da più di 1.000 giorni. La maggior parte
degli abitanti di questi campi è stata costretta a lasciare le proprie
case. A Yarmouk, 186 palestinesi sono morti di fame o per mancanza di
cure mediche. Più del 70 per cento del campo di Daraa è stato
completamente distrutto a causa dei ripetuti bombardamenti da parte
dell'esercito siriano e di altre milizie. I palestinesi della Siria
sarebbero stati più fortunati se avessero vissuto in Cisgiordania o
nella Striscia di Gaza perché la comunità internazionale e i media di
certo li avrebbero notati. Quando i giornalisti occidentali si
soffermano troppo sui palestinesi trattenuti ai posti di blocco
israeliani, ma ignorano le bombe sganciate dai militari siriani sulle
zone abitate, potremmo cominciare a chiederci cosa stiano davvero
facendo. (*) Gatestone Institute (L'Opinione, 6 settembre 2016 - trad. Angelita La Spada) Quante sono le stragi che stanno avvenendo nel mondo senza alcun intervento?
Non si potrà poi dire “Io non sapevo”, come nel caso della Shoah (anche
se in molti casi non corrisponde al vero), qui le cose c’è chi le
conosce ma per vari motivi non si rendono pubbliche. Quello che ci è dato di sapere è quello che scelgono i media, ciò che è utile alla Politica ed agli interessi finanziari. Il caso dei Palestinesi in Siria, così dettagliatamente scritto nel seguente articolo è solo uno dei tanti. La situazione dei Palestinesi a Gaza e nella Cisgiordania non è certo peggiore di come vengono trattati in Paesi Arabi. Da Notizie su Israele del 6 settembre 2016: Gli "altri" palestinesi di Khaled Abu Toameh (*)
La comunità internazionale sembra aver dimenticato che i palestinesi
possono trovarsi ben al di là della Cisgiordania e della Striscia di
Gaza. Questi "altri" palestinesi vivono in Paesi arabi come la Siria, la
Giordania e il Libano e i loro innumerevoli e gravi torti subiti non
interessano affatto alla comunità internazionale. Solo i palestinesi che
vivono in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza attirano l'attenzione
internazionale. Per quale motivo? Perché sono proprio questi individui
che la comunità internazionale usa come armi contro Israele.
Quasi 3.500 palestinesi sono stati uccisi in Siria dal 2011. Ma poiché
essi sono stati uccisi dagli arabi e non dagli israeliani, questo non fa
notizia per i media mainstream e non interessa ai forum che si occupano
della difesa dei "diritti umani". Questi dati sono stati diffusi la
settimana scorsa dall'Action Group For Palestinians of Syria (Agps),
fondato a Londra nel 2012 con l'obiettivo di documentare la sofferenza
dei palestinesi in Siria e redigere le liste delle vittime, dei
prigionieri e delle persone scomparse per inserirle nei database dei
forum per i diritti umani. Eppure, i forum che si occupano della
difesa dei "diritti umani" non rivolgono particolare attenzione a tali
risultati. Sono troppo impegnati a occuparsi di Israele. Concentrando
esclusivamente la loro attenzione sui palestinesi che vivono in
Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, questi forum cercano
continuamente di trovare il modo di ritenere Israele responsabile delle
violazioni, ignorando i crimini perpetrati dagli arabi contro i loro
fratelli palestinesi. Questa ossessione per Israele, che talvolta
rasenta il ridicolo, reca un gran danno alle vittime palestinesi dei
crimini arabi. Secondo i dati forniti dall'Agps, sono 85 i palestinesi
che sono stati uccisi in Siria nel corso del 2011, primo anno della
guerra civile. L'anno successivo, il numero è salito a 776. Nel 2013, è
stato registrato il più alto numero di vittime palestinesi: 1.015. Nel
2014, i palestinesi uccisi in Siria sono stati 724 e l'anno seguente
502. Dall'inizio di quest'anno (fino a luglio), circa 200 palestinesi
hanno perso la vita in Siria. Ma come sono stati uccisi? Il gruppo
afferma che sono morti sotto i bombardamenti, in scontri armati, sotto
tortura in prigione e a causa dell'assedio condotto contro i loro campi
profughi in Siria. Eppure, l'Autorità palestinese (Ap) a
Ramallah non sembra preoccuparsi della gravità della situazione in cui
si trova la sua popolazione in Siria. Tutto ciò che importa all'Ap è
accusare Israele di ogni cosa di cui essa è direttamente responsabile.
Per Mahmoud Abbas, presidente dell'Autorità palestinese, e i suoi alti
La leadership dell'Autorità: Palestinese stia cercando di migliorare le
relazioni con il regime di Assad in Siria, quel regime che uccide,
imprigiona e tortura ogni giorno decine e decine di palestinesi.
funzionari in Cisgiordania, i palestinesi che si trovano in Siria non
contano. A tal proposito, è sbalorditivo il fatto che la leadership
dell'Ap stia cercando di migliorare le relazioni con il regime di Assad
in Siria, quel regime che uccide, imprigiona e tortura ogni giorno
decine e decine di palestinesi. La recente inaugurazione di una nuova
ambasciata dell'Autorità palestinese a Damasco ha irritato molti
palestinesi in Siria. "I dirigenti dell'Ap hanno venduto i palestinesi
in Siria e si sono riconciliati con il regime siriano", ha rilevato un
palestinese della Siria. Un altro palestinese ha commentato: "Ora
sappiamo perché alcune delegazioni dell'Olp si sono recate in Siria di
recente. Hanno cercato di riallacciare i rapporti con il regime, non per
garantire la sicurezza dei nostri campi profughi né per chiedere il
rilascio dei palestinesi detenuti nelle prigioni (siriane, ndr)". Altri
hanno accusato la leadership dell'Ap di "sacrificare il sangue dei
palestinesi". L'apertura di una nuova ambasciata a Damasco sarebbe
stata, secondo loro, una ricompensa offerta all'Autorità palestinese per
essersi disinteressata delle sorti dei palestinesi della Siria. I
palestinesi si lamentano del fatto che i diplomatici e altri
rappresentanti dell'Ap, a Damasco, abbiano ignorato tutti gli appelli di
aiuto lanciati in passato. I media internazionali non fanno altro che
pubblicare articoli sulla "crisi idrica" nelle città e nei villaggi
palestinesi, soprattutto in Cisgiordania. Questo è un tema che viene
riproposto quasi ogni estate, quando qualche giornalista straniero è in
cerca di notizie negative su Israele. E non c'è nulla di più piacevole
che ritenere Israele responsabile della "crisi idrica" in Cisgiordania.
Ma quanti giornalisti occidentali si sono preoccupati di informarsi
sulla carenza d'acqua che affligge i palestinesi del campo profughi di
Yarmouk, in Siria? Qualcuno sa che questo campo è rimasto senza acqua
corrente per più di 720 giorni ed è senza elettricità da tre anni?
Yarmouk, che si trova a soli otto chilometri dal centro di Damasco, è il
più grande campo profughi palestinese della Siria. O piuttosto lo era.
Nel giugno 2002, 112mila palestinesi vivevano a Yarmouk. Alla fine del
2014, la popolazione erano meno di 20mila. Secondo fonti mediche, molti
dei residenti del campo sono affetti da una serie di malattie. Queste
cifre sono allarmanti, ma non per la leadership dell'Autorità
palestinese, i media mainstream e le organizzazioni per i "diritti
umani" dei Paesi occidentali. Nessun campanello d'allarme è suonato
riguardo agli oltre 12mila palestinesi che languiscono nelle prigioni
siriane, tra cui 765 bambini e 543 donne. Secondo fonti palestinesi,
circa 503 palestinesi sono morti sotto tortura negli ultimi anni. Fonti
affermano che alcune prigioniere sono state stuprate dagli interroganti e
dalle guardie. Huda, una ragazza di 19 anni di Yarmouk, ha raccontato
di essere rimasta incinta dopo aver subito ripetuti stupri di gruppo per
15 giorni, nel carcere siriano dove era stata rinchiusa. "A volte mi
violentavano più di 10 volte al giorno", ha raccontato Huda, aggiungendo
che a causa di questo ha avuto forti emorragie e ha subito perdite di
La leadership dell'Ap non perde mai occasione di chiedere il rilascio
di palestinesi incarcerati da Israele, ma di fronte alle migliaia di
person- e torturate in Siria, i dirigenti dell'Autorità palestinese, a
Ramal- lah, sono incredibilmente silenziosi. coscienza. Ha anche
raccontato in un'intervista di un'ora come sia stata rinchiusa in una
cella per tre settimane dove c'erano i corpi di altri prigionieri
torturati a morte. Storie come questa vengono raramente riportate
dai quotidiani occidentali. Né se ne parla alle conferenze delle varie
organizzazioni internazionali che si occupano della tutela dei diritti
umani e nemmeno alle Nazioni Unite. Gli unici palestinesi di cui il
mondo parla sono quelli che si trovano nelle prigioni israeliane. La
leadership dell'Ap non perde mai occasione di chiedere il rilascio di
quei palestinesi incarcerati da Israele, la maggior parte dei quali è
sospettata o riconosciuta colpevole di terrorismo. Ma di fronte alle
migliaia di persone torturate in Siria, i dirigenti dell'Autorità
palestinese, a Ramallah, sono incredibilmente silenziosi. Per essere
precisi, è opportuno ricordare che le fazioni palestinesi di Fatah e
Hamas hanno contattato talvolta le autorità siriane riguardo ai
prigionieri, ma per chiedere il rilascio di alcuni dei loro membri.
Giunge notizia dalla Siria che tre campi profughi palestinesi sono
ancora assediati dall'esercito siriano e dai suoi gruppi fantoccio
palestinesi. Yarmouk, ad esempio, è sotto assedio da più di 970 giorni,
mentre il campo profughi di Al-Sabinah da più di 820 giorni. Handarat
sta affrontando la stessa sorte da più di 1.000 giorni. La maggior parte
degli abitanti di questi campi è stata costretta a lasciare le proprie
case. A Yarmouk, 186 palestinesi sono morti di fame o per mancanza di
cure mediche. Più del 70 per cento del campo di Daraa è stato
completamente distrutto a causa dei ripetuti bombardamenti da parte
dell'esercito siriano e di altre milizie. I palestinesi della Siria
sarebbero stati più fortunati se avessero vissuto in Cisgiordania o
nella Striscia di Gaza perché la comunità internazionale e i media di
certo li avrebbero notati. Quando i giornalisti occidentali si
soffermano troppo sui palestinesi trattenuti ai posti di blocco
israeliani, ma ignorano le bombe sganciate dai militari siriani sulle
zone abitate, potremmo cominciare a chiederci cosa stiano davvero
facendo. (*) Gatestone Institute (L'Opinione, 6 settembre 2016 - trad. Angelita La Spada)
| inviato da LiberaliPerIsraele il 7/9/2016 alle 6:20 | |
19 agosto 2016
La bufala del “bambino ferito sul sedile arancione”
Moon of Alabama dustboyQuesta foto fa il giro sui media “occidentali” insieme alla storia strappalacrime degli “attivisti” di un quartiere di Aleppo occupato da al-Qaida. Un bambino apparentemente ferito, si siede tranquillamente in una nuovissima ambulanza molto ben attrezzata. A un certo punto tocca ciò che apparirebbe una ferita, sulla tempia sinistra, ma non mostra alcuna reazione. 2 minuti di video, da cui è tratta la foto, mostrano il bambino tratto dal buio da una tizio con giaccone da soccorso e portato in un’ambulanza. Si siede tranquillamente, senza essere sorvegliato, mentre diverse persone riprendono video e foto. Un’altra bambina, chiaramente senza ferite, viene poi messa nell’ambulanza. Ecco come la storia viene raccontata: “Mahmud Raslan, un fotoreporter che ha preso la foto, ha detto all’Associated Press che soccorritori e giornalisti hanno cercato di aiutare il bambino, identificato come Umran Daqanish, insieme ai genitori e tre fratelli di 1, 6 e 11 anni. Li abbiamo passati da un balcone all’altro“, ha detto Raslan, aggiungendo: “Abbiamo inviato subito i bambini più piccoli nell’ambulanza, ma la ragazza di 11 anni aspettava che la madre venisse salvata, aveva la caviglia appuntata dalle macerie“. Una ricerca su internet di “Mahmud Raslan“, il preteso “fotoreporter”, non porta ad alcuna foto o video. Vi sono circa 15 uomini intorno alla scena e non fanno nulla. (Accanto a un sito “appena bombardato” in una zona di guerra? Nessuna paura di un secondo attacco?) Almeno altri due uomini, oltre al cameraman, riprendono foto e video. Un altro bambino viene trasportato nell’ambulanza. Sullo sfondo c’è qualcuno con un casco bianco che indossa una camicia dei “Caschi bianchi”, il gruppo di propaganda finanziato dagli anglo-statunitensi. Un ferito si dirige verso l’ambulanza. Come il bambino, l’uomo sembra avere una ferita alla testa. Ma come il bambino, non sanguina. Vi è una sostanza di colore rosso sul suo viso, ma senza che scorra. È sorprendente. Quando guidavo le ambulanze di pronto soccorso, i feriti alla testa sanguinavano sempre come maiali al macello (spesso sporcando l’ambulanza che dovevo pulire). Come WebMD nota: “Piccoli tagli sulla testa spesso sanguinano pesantemente perché faccia e cuoio capelluto hanno molti vasi sanguigni sotto la superficie della pelle. Anche se tale quantità di sangue può allarmare, molte volte l’infortunio non è grave…”
Mahmud Raslan. il "fotoreporter" taqfirita assieme ai terroristi che avevano decapitato il bambino palestinese a luglio, ad Aleppo.
Mahmud Raslan, “fotoreporter” taqfirita assieme ai terroristi che avevano decapitato, a luglio, il bambino palestinese Abdullah al-Isa, presso Aleppo.
CqL2UTRXYAEIw7XLa quantità di sostanza di colore rosso sul bambino e l’uomo non corrispondono alla quantità che ci si aspetta da una ferita anche minore alla testa. Non vengono inoltre applicate bende o qualsiasi altra cosa serva a fermare una vera ferita sanguinante alla testa. Si confronti ciò con la foto di un ragazzo nella zona ovest di Aleppo. (Alcun media “occidentali” ha mostrato questo ragazzo e la sua sofferenza. Non è della “nostra parte”).CqHgQJOXEAA3URAIl ragazzo subiva una ferita alla testa dopo che un razzo di al-Qaida e affiliati colpiva il suo quartiere. Viene curato e l’emorragia arrestata. La quantità di sangue sul corpo e nel vestito è diverse volte ciò che appare immagini precedenti. Il sangue è anche mescolato con la polvere sul volto, non dipinto. Così appaiono i pazienti nella mia ambulanza. Sembra reale. Tutti gli elementi del video del “bambino sul sedile arancione” sono gli stessi che si vedono in decine di video dei “Caschi bianchi”. La stessa scena ripetuta più e più volte nell’album “Drammatici salvataggi! Uomini con bambini che corrono verso la telecamera”! Ritengo che il video sia la stessa sceneggiata di altri video e foto dei “Caschi bianchi”. L’aspetto della ferita del bambino è un po’ più realistico del solito, ma mancanza di sanguinamento, nessuno che se ne occupi, assenza di reazione alla “ferita” e l’impostazione generale del video, permettono di ritenerla una messa in scena.
Tale nuova propaganda, ampiamente diffusa, compare ancora in un momento in cui al-Qaida e affiliati in Siria sono in difficoltà. L’Aeronautica russa bombarda le retrovie dell’aggressione ad Aleppo ovest, devastandole. Un “cessate il fuoco umanitario”, che verrà utilizzato per riorganizzarsi e rifornirsi, è urgente. La propaganda serve a fare pressione per tale richiesta. Alcuni sponsor vogliono che i “Caschi bianchi” abbiano il Premio Nobel per la Pace. L’organizzazione si autopromuove sul suo sito. Qualcun altro ha mai fatto una cosa del genere? Non si vergognano a chiedere il Nobel? Proprio con un’altra versione del loro marchio aziendale preferito, la foto di un “Drammatico salvataggio! Uomo con bambino corre verso la macchina fotografica!“. Chiedono il Nobel proprio con un’altra foto inscenata? Ma perché no? Obama non era altro che un prodotto commerciale quando ebbe il Nobel per la pace, per poi bombardare 7 Paesi musulmani. Non vi è alcuna ragione quindi di non dare tale premio a un altro strumento della propaganda bellica. Poi avrà una nomination per gli Academy Awards, forse nella categoria “Miglior falso venduto”, più appropriata.white-helmet-infographic-2Una strage di al-Qaida spacciata per salvataggio dei “caschi bianchi”
La famiglia Quraytam fu rapita da al-Nusra intorno il 29 luglio. I tre uomini furono uccisi immediatamente. Le quattro donne e gli otto bambini furono uccisi il 10 agosto e i loro corpi gettati e sbranati dai cani. Due giorni dopo, gli stessi 12 corpi furono utilizzati dai caschi bianchi, il ramo propagandistico di Jabhat al-Nusra, finanziato dalla NATO, come oggetti di scena nella loro ultima produzione pornografica. I corpi disfatti vennero “trovati” sul ciglio della strada, nei pressi del preteso cratere di una bomba, e gli attori di Jabhat al-Nusra, con caschi bianchi e relativa uniforme della Protezione Civile Siriana, correvano freneticamente davanti alle telecamere, girando a vuoto con un bambino morto e uno vivo. Il materiale video viene utilizzato per la propaganda #SaveAleppo di al-Qaida. Libyan Civil War
Terroristi di al-Qaida e Stato islamico e “Caschi bianchi” ad al-Lataminah
Chi è James Le Mesurier, fondatore dei “Caschi Bianchi”?
james_0 James Le Mesurier viene dipinto come anticonformista eroe umanitario, che miracolosamente si trovava al posto giusto (Istanbul) nel momento giusto, quando nacque l’esigenza di creare la squadra della Protezione Civile Siriana, forse per caso, pochi mesi prima dell’infame e universalmente screditata storia dell’attacco con ‘armi chimiche’ nel Ghuta dell’agosto del 2013, evento già dimostratosi oltre ogni dubbio un attentato false flag, come le successive accuse al governo siriano senza riuscire ad imporre la ‘No Fly Zone’ desiderata dalla NATO. Tuttavia, se si approfondisce vita e opere di Le Mesurier, si capirà che non fu un caso felice che fosse ad Istanbul in quel frangente. Laureato all’Accademia Militare di Sandhurst e decorato con la medaglia della regina, la sua carriera lo vede nell’Ufficio dell’Alto rappresentante in Bosnia e premiato coordinatore dell’intelligence della NATO in Kosovo. Viene detto che Le Mesurier lasciò l’esercito inglese nel 2000 prestando servizio alle Nazioni Unite come vicecapo dell’Unità consultiva su ‘sicurezza e giustizia’, e come rappresentante speciale del corpo della sicurezza politica del Segretario Generale nella missione delle Nazioni Unite in Kosovo. La sua carriera poi lo portava a Gerusalemme, dove operava all’attuazione dell’accordo di Ramallah, poi a Baghdad come consulente speciale del ministro degli Interni iracheno, negli Emirati Arabi Uniti ad addestrarne la forza di protezione dei giacimenti di gas, e poi in Libano durante la guerra del 2006. Nel 2005 fu nominato Vicepresidente di Special Projects della società di mercenari Olive Group, e nel gennaio 2008 fu nominato direttore del Good Harbour International, entrambi a Dubai. Le Mesurier fondò anche Mayday Rescue, una società “non profit” per l’addestramento in ricerca e salvataggio nei conflitti civili. Secondo la sua biografia, Mayday Rescue fu fondata nel 2014, dopo aver creato i “caschi bianchi”. The Wall Will Fall
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
| inviato da LiberaliPerIsraele il 19/8/2016 alle 20:41 | |
29 giugno 2016
L’effetto valanga delle menzogne anti-israeliane
Ecco come nascono le calunnie che poi arrivano alla stampa, al Parlamento europeo e all’opinione pubblica Di Ben Dror Yemini  Ben-Dror Yemini, autore di questo articolo Yehuda Shaul, uno dei capi della ong israeliana “Breaking the Silence”, parlando (in perfetto inglese) di un villaggio di Cisgiordania ha affermato: “E’ interessante il fatto che i residenti vi siano tornati, perché qualche anno fa i coloni avvelenarono tutto il sistema di approvvigionamento d’acqua del villaggio”. Sono andato da “Breaking the Silence” per cercare di capire cosa intendessero dire. Mi hanno parlato di un presunto incidente che si sarebbe verificato nel 2004, quando alcuni palestinesi sostennero che delle carcasse di pollo erano state gettate in un pozzo. Quelli di “Breaking the Silence” ne scrissero sul loro sito, postando anche un breve video sulla loro pagina Facebook in cui si vede Shaul che attribuisce l’episodio all’opera di hooligans (teppisti). Il fatto – tutto da dimostrare – che dei teppisti israeliani abbiano effettivamente gettato carcasse di pollo in quel pozzo non rende comunque veritiere le affermazioni di Shaul. Ha parlato di “avvelenamento di tutto il sistema di approvvigionamento d’acqua”, cosa che non è mai avvenuta. Ha parlato di un “intero villaggio evacuato per un periodo di diversi anni”, e anche questo non è mai avvenuto.  Il comunicato del Ministero degli esteri dell’Autorità palestinese Se prendiamo le affermazioni di Shaul e le combiniamo con quelle di Avner Gavriyahu, l’attivista di “Breaking the Silence” che sostiene che le Forze di Difesa israeliane sparano a palestinesi innocenti come se stessero giocando a un videogioco, il risultato non è una critica o una denuncia: il risultato è pura demonizzazione. Con questa propaganda di basso livello, la gente in tutto il mondo non può che arrivare alla falsa conclusione che Israele tratta i palestinesi come i nazisti trattavano gli ebrei. Non è così che si promuove la comprensione reciproca e la riconciliazione tra ebrei e palestinesi. Non è certo così che si può realizzare la fine dell’occupazione. Anzi, questo è il modo migliore per aumentare odio e ostilità, il modo migliore per allontanare sempre di più la pace. L’Independent, la tv al-Jazeera e altri mass-media hanno pubblicato dei servizi in cui sostengono che “Israele sta tagliando l’acqua ai palestinesi durante il mese sacro del Ramadan”. Anche questo è falso: non c’è stata nessuna interruzione delle forniture d’acqua ai villaggi palestinesi in Cisgiordania. Al-Jazeera ha pubblicato un secondo servizio contenente la risposta dell’Amministrazione civile israeliana in Cisgiordania. Il quotidiano britannico ha invece insistito nel sostenere che aveva ricevuto le informazioni da fonti palestinesi e non ha ritenuto necessario correggere quello che aveva scritto. [“Alcuni giorni fa – ha spiegato l’Amministrazione israeliana – una squadra è andata a riparare una tubatura la cui rottura aveva determinato una breve interruzione della fornitura di acqua ai villaggi di Marda, Biddya, Jamma’in, Salfit e Tapuach. L’approvvigionamento idrico è stato ripristinato e attualmente funziona regolarmente”. L’Amministrazione ha anche postato un breve video della tubatura rotta, ribadendo d’essere sempre pronta a intervenire per riparare eventuali interruzioni. Essa ha anche spiegato che, a causa del maggiore utilizzo durante i mesi estivi, la società idrica Mekorot è stata costretta a ridurre l’offerta complessiva di acqua a tutte le aree della Cisgiordania, comunità ebraiche comprese].  Il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen giovedì scorso al Parlamento europeo La scorsa settimana i palestinesi hanno spinto la menzogna ancora più avanti, dicendo: “Il rabbino Shlomo Melamed, capo del Consiglio rabbinico degli insediamenti di Cisgiordania, ha dato il permesso ai coloni di avvelenare l’acqua potabile palestinese”. Ora, non esiste nessun rabbino con quel nome a capo del Consiglio rabbinico degli insediamenti di Cisgiordania. Anzi, non esiste nessun Consiglio rabbinico degli insediamenti di Cisgiordania. La ong Palestinian Media Watch (PMW) ha magistralmente ricostruito e svelato questa spirale di bugie. Il primo stadio è costituito dalle menzogne proferite da Yehuda Shaul circa l’”avvelenamento dei pozzi di un interno villaggio”. Il secondo stadio è un comunicato ufficiale del Ministero degli esteri palestinese circa l’”avvelenamento di pozzi in tutta la Cisgiordania”, insieme alla bufala sul rabbino Melamed e il suo fantomatico Consiglio. Il comunicato, che sostiene che tutta la vicenda era stata raccontata dalla tv israeliana Canale 10, comprende anche un allarmante avvertimento circa la prevista morte di migliaia di palestinesi e la condanna del silenzio della comunità internazionale sulla questione. Il terzo stadio è un comunicato ufficiale dell’Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) che mette insieme le parole di Shaul e la presunta esortazione dei presunti rabbini del presunto Consiglio rabbinico a favore dell’avvelenamento dei pozzi palestinesi. In realtà, se si va ad esaminatore le infrastrutture idriche in Cisgiordania si vede dal 1967 ad oggi c’è stata una vera rivoluzione. Quando Israele prese il controllo della Cisgiordania, solo quattro delle 700 municipalità palestinesi avevano l’acqua corrente. Nel 2004 le municipalità palestinesi dotate di acqua corrente erano passate da 4 a 643, sul totale di 708 in tutta la Cisgiordania. Non si può chiedere ai rappresentanti di “Breaking the Silence” di raccontare tutta la verità: va contro la loro agenda. Ma che almeno non diffondano evidenti menzogne. (Da: YnetNews, 24.06.16) Riecheggiando calunnie antisemite di stampo medievale che in epoche passate hanno scatenato uccisioni di massa di ebrei innocenti (così il New York Times), il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), intervenendo giovedì scorso davanti al Parlamento Europea, ha dichiarato: “Solo una settimana fa alcuni rabbini in Israele hanno esplicitamente annunciato e chiesto al loro governo di avvelenare l’acqua per uccidere i palestinesi”. Queste parole di Abu Mazen non compaiono nella trascrizione ufficiale del discorso diramata dal suo ufficio. Sabato scorso l’ufficio di Abu Mazen ha ritrattato l’accusa con un comunicato in cui si legge: “Dopo che è emerso che le presunte dichiarazioni di un rabbino sull’avvelenamento dei pozzi palestinesi, riportate da vari mass-media, sono prive di fondamento, il presidente Mahmoud Abbas ha affermato che non era sua intenzione nuocere all’ebraismo o offendere gli ebrei nel mondo”.
Torna alla mente – scrive Honest Reporting – il discorso che fece Abu Mazen alla tv palestinese lo scorso ottobre in cui accusava Israele d’aver assassinato a sangue freddo il 13enne Ahmed Manasra: la dirigenza palestinese fu poi costretta a ritrattare l’accusa di fronte alle immagini del giovane Manasra vivo e vegeto, e curato in un ospedale israeliano. Ha dichiarato domenica mattina il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu: “Il presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha diffuso aberranti menzogne circa lo stato di Israele e gli ebrei. È vero che si è poi affrettato a diramare delle mezze scuse poco convinte, ma le cose che aveva detto sono in perfetta sintonia con ciò che afferma su di noi in altre occasioni, anche davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Pertanto, penso che tutti possano dedurre da quanto accaduto chi è che vuole davvero promuovere il processo di pace, e chi no”. (Da: Times of Israel, 26.6.16)
Dalla tv ufficiale dell’Autorità Palestinese (20.6.16): “Il Consiglio rabbinico degli insediamenti di Cisgiordania (sic) esorta ad avvelenare i pozzi palestinesi”: Dal discorso di Abu Mazen al Parlamento europeo (23.6.16): “Rabbini israeliani hanno esplicitamente chiesto al loro governo di avvelenare l’acqua per uccidere i palestinesi”:
| inviato da LiberaliPerIsraele il 29/6/2016 alle 18:17 | |
22 giugno 2016
SUD DI ISRAELE: UN ALLARME PER I TUNNEL DEL TERRORE
Un nuovo allarme suonerà in Israele in caso di pericolo, ma solo nelle zone che si trovano a ridosso della Striscia di Gaza: si tratta di una sirena che avvertirà i cittadini dei pericoli provenienti dai tunnel di Hamas, quindi di possibili infiltrazioni terroristiche. Il sistema sarà identico a quello dello Tzeva Adom che suona al momento dell'intercettazione di un razzo, ma per distinguere le due minacce, gli abitanti ric...everanno contemporaneamente un SMS che reciterà così: "A causa di scavi terroristici, i residenti sono invitati ad andare nelle proprie case e spegnere le luci fino a nuovo avviso". Lo stesso messaggio verrà divulgato anche sui canali pubblici come radio e TV. Alcuni funzionari dell'esercito hanno precisato che non tutti gli allarmi segnalano per forza un'infiltrazione terroristica, ma la precauzione è stata presa per proteggere gli abitanti del sud con una strategia di difesa oltre che con le operazioni offensive che vengono portate avanti contro il terrorismo. La decisione è stata presa per affrontare di petto la minaccia delle città sotterranee con le quali i soldati di Zahal hanno avuto a che fare soprattutto a partire dall'Operazione Protective Edge del 2014. Altro...
| inviato da LiberaliPerIsraele il 22/6/2016 alle 17:42 | |
12 giugno 2016
12 giu 2016 18:01 IL CALIFFATO SI E' CALI-SFATTO - L'ISIS È VICINO AL COLLASSO MA SE PERDE IL CONTROLLO IN MEDIORIENTE, PUÒ DEDICARSI AL JIHADISMO IN EUROPA
L'ISIS È
VICINO AL COLLASSO: A DUE ANNI DALLA PRESA DI MOSUL, HA PERSO IL 50% DEI
TERRITORI IN IRAQ E IL 20% IN SIRIA, DOVE PERSINO LA 'CAPITALE' RAQQA
POTREBBE CADERE DI NUOVO SOTTO IL CONTROLLO DELL'ESERCITO DI ASSAD,
SOSTENUTO DA RUSSIA, IRAN E LIBANO (MA ANCHE STATI UNITI, VIA CURDI)
In Siria i foreign fighter non sono riusciti a integrarsi tra i
movimenti dell'opposizione locale al regime di Damasco. Isis mirava ad
imporre il monopolio politico e militare. Ma è rimasto un movimento
militante elitario e stretto nelle zone sotto il suo controllo, incapace
di assorbire persino Al Nusra...
Lorenzo Cremonesi per il ''Corriere della Sera'' folla guarda esecuzione isis A
due anni esatti dalla presa di Mosul in Iraq, Isis appare sempre più
prossimo al collasso. Nel giugno 2014 sembrava destinato a imporre un
nuovo ordine sul Medio Oriente in nome del jihadismo wahhabita, tanto da
poter ridisegnare i confini definiti cento anni fa da Francia e
Inghilterra sulle rovine dell' Impero Ottomano sconfitto nella Grande
guerra.
Ma
negli ultimi mesi ha perso quasi il 50 per cento delle terre sotto suo
controllo in Iraq. In Siria le perdite ammontano a oltre il 20 per cento
e la sua roccaforte a Raqqa potrebbe cadere presto sotto la pressione
«a tenaglia» delle forze leali alla dittatura di Bashar Assad, con il
sostegno determinante di Russia, Iran e delle milizie sciite libanesi, e
da nord delle milizie curde siriane aiutate soprattutto dagli Stati
Uniti. In Libia la disfatta totale a Sirte, suo centro principale, è
imminente. isis entra a raqqa nel gennaio 2014 Però
Isis resta un mostro a più teste, caratterizzato da dinamiche diverse
nelle situazioni in cui opera. I suoi rovesci militari hanno dunque
valenze e conseguenze differenti a seconda dei contesti. E non è affatto
detto che, una volta persa la sua dimensione di «Califfato»
caratterizzato dal controllo territoriale quasi-statuale, non torni a
quella della guerriglia terroristica-qaedista. Iraq Questo
è il Paese natale di Isis. E la sua forza, più che in altre regioni,
dipende dal sostegno delle grandi tribù sunnite locali. La sfida dunque è
sostanzialmente politica. Non basta che le milizie sciite, i loro
alleati iraniani e gli aiuti militari americani stiano facilitando l'
assedio di Falluja, come del resto hanno già fatto per la presa di
Tikrit e Ramadi nei mesi scorsi. E come si prevede che faranno quando
verrà lanciata l' offensiva per liberare Mosul, dove saranno
fondamentali anche i militari dell' enclave curda nel nord. lapidazione di fornicatori a mosul Occorre
infatti che il governo a Baghdad rilegittimi la minoranza sunnita alla
gestione dello Stato. Sino a quando i sunniti, da secoli alla dirigenza
della regione interrotti solo dall' invasione americana nel 2003, non si
sentiranno pienamente integrati nel Paese, le condizioni per il loro
sostegno a Isis (o a movimenti simili) non muteranno. Siria La grave
debolezza di Isis si riassume nel classico scontro tra militanti «dell'
interno» e volontari stranieri «dell' esterno». La bandiera isis sulla chiesa di San Giorgio a Mosul È
tipico delle rivoluzioni violente, avvenne tra l' altro nell' Iran
khomeinista, quando i religiosi radicali eliminarono decine di migliaia
di oppositori comunisti e liberali (o meno integralisti dell' ayatollah
Khomeini) allo Scià, e nelle battaglie interpalestinesi tra Olp,
arrivato dalla diaspora dopo gli accordi di Oslo nel 1993, e Hamas,
cresciuta nell' Intifada contro l' occupazione israeliana di
Cisgiordania e Gaza. isis distrugge tombe a mosul In
Siria i jihadisti fondamentalisti stranieri non sono riusciti a
integrarsi tra i movimenti dell' opposizione locale al regime di
Damasco. Isis mirava ad imporre il monopolio politico e militare. Ma è
rimasto un movimento militante elitario e stretto nelle zone sotto il
suo controllo, incapace di assorbire persino Al Nusra e le altre
formazioni ribelli pur ispirate dall' ideologia messianica della «guerra
santa». Crescono tra gli stessi sunniti siriani i dissensi contro gli
eccessi di Isis, quali le torture, le esecuzioni, i divieti contro il
fumo, le imposizioni della barba per gli uomini e il velo per le donne,
le crescenti limitazioni alla libertà personale.
Libia Il
12 giugno 2015 i gruppi islamico-radicali di Derna, nel cuore della
Cirenaica, insorsero spontaneamente contro gli «stranieri» di Isis che
si erano insediati con prepotenza nella zona. Fu allora che si cementò
l' alleanza tra Isis e alcuni degli ex fedelissimi di Gheddafi in cerca
di vendetta e riscatto da Sirte. GRANDE MOSCHEA MOSUL sentenza in piazza a sirte ISIS BOMBARDA SIRTE IN LIBIA sirte goversata da is Ma
emerse anche il carattere artificiale della presenza dei militanti di
Al Bagdadi nella Libia tribale e frazionata dopo la rivoluzione del
2011. Ora Isis potrebbe cercare di ricostruire le proprie basi nel
deserto del Fezzan. Ma, se Tripoli riuscisse a costituire una solida
sovranità centrale, l' esistenza di Isis in Libia sarebbe segnata.
| inviato da LiberaliPerIsraele il 12/6/2016 alle 17:28 | |
9 giugno 2016
Manette per chi inciterà al negazionismo o al genocidio
Il testo approvato a Montecitorio prevede, in particolare, la
reclusione fino ad un anno e sei mesi o la multa fino a 6.000 euro per
chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o
etnico
Manette per chi inciterà al negazionismo o al genocidio: lo
prevede la legge definitivamente approvata dall’Aula della Camera dopo
una lunga `navetta´ con il Senato. Il testo approvato a Montecitorio
prevede, in particolare, la reclusione fino ad un anno e sei mesi o la
multa fino a 6.000 euro per chi propaganda idee fondate sulla
superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o
commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o
religiosi.
La reclusione andrà da sei mesi a quattro anni per chi, in qualsiasi
modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione
alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Viene,
quindi, vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo
che abbia tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla
violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi: chi vi
parteciperà rischierà sei mesi a quattro anni di prigione, che
passeranno da uno a sei anni per chi quelle associazioni promuove o
dirige.
Viene quindi prevista nell’ordinamento penale la reclusione da 2 a 6
anni, nei casi in cui la propaganda, l’istigazione e l’incitamento si
fondino «in tutto o in parte sulla negazione della Shoah o dei crimini
di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra» come
vengono definiti dallo Statuto della Corte penale internazionale.
Il testo approvato a Montecitorio prevede, in particolare, la
reclusione fino ad un anno e sei mesi o la multa fino a 6.000 euro per
chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o
etnico
| inviato da LiberaliPerIsraele il 9/6/2016 alle 8:23 | |
18 maggio 2016
Israele è stato comprato, non rubato
di Daniel PipesPezzo in lingua originale inglese: Not Stealing Palestine but Purchasing Israel  Un'immagine palestinese: uno squalo-Stella di David divora la Palestina. |
Ma quest'accusa è fondata? No, non lo è. Paradossalmente, la costruzione di Israele è l'esempio della più tranquilla ondata di immigrazione e della più pacifica creazione dello Stato della storia. Per comprenderne il motivo, occorre vedere il sionismo nel suo contesto. In poche parole, la conquista è la norma storica. Ovunque, il potere è stabilito con l'invasione e quasi tutti gli Stati sono stati fondati a spese di un altro. Nessuno comanda a tempo indeterminato, le radici di tutti riconducono altrove. Le tribù germaniche, le orde dell'Asia Centrale, gli zar russi e i conquistadores spagnoli e portoghesi hanno ridisegnato le carte geografiche. I greci moderni hanno un debole collegamento con i greci dell'antichità. Chi può contare il numero di volte in cui il Belgio è stato invaso? Gli Stati Uniti sono nati sconfiggendo i Nativi americani. I re hanno razziato l'Africa, gli Ariani hanno invaso l'India. In Giappone, coloro che parlavano Yamato hanno eliminato tutti i piccoli gruppi come gli Ainu. Il Medio Oriente, grazie alla sua centralità e alla geografia, ha subito un eccessivo numero d'invasioni, tra cui quella greca, romana, araba, dei Crociati, selgiuchide, timuride, mongola e degli europei moderni. In seno alla regione, le lotte dinastiche hanno costretto lo stesso territorio a essere conquistato e riconquistato, come nel caso dell'Egitto, ad esempio.  Gerusalemme ha conosciuto numerose guerre: nel 70 d.C., l'imperatore Tito celebrò la sua vittoria sugli ebrei con la costruzione di un arco di trionfo sul quale sono rappresentati dei soldati romani che trasportano una menorah sottratta dal Monte del Tempio. |
La terra su cui ora sorge Israele non ha fatto eccezione. In Jerusalem Besieged: From Ancient Canaan to Modern Israel, Eric H. Cline scrive così di Gerusalemme: "Nessun'altra città è stata più ferocemente contesa nel corso della sua storia". E avvalora quest'affermazione contando "almeno 118 differenti conflitti per e dentro Gerusalemme negli ultimi quattro millenni". Cline calcola che Gerusalemme è stata completamente distrutta almeno due volte, 23 volte assediata, 44 conquistata e 52 attaccata. L'Ap fantastica che i palestinesi di oggi discendono da un'antica tribù cananea, i Gebusiti; però, di fatto, sono nella stragrande maggioranza una progenie di invasori e di immigrati in cerca di opportunità economiche. Ma in questo quadro di conquiste incessanti, di violenze e di sconfitte, gli sforzi sionisti di stabilire una presenza in Terra Santa fino al 1948 appaiono come sorprendentemente miti, essendo stati i sionisti più mercanti che militari. Due grandi imperi, quello ottomano e britannico, hanno governato Eretz Israel. Al contrario, i sionisti non avevano una forza militare. Non è stato loro possibile diventare uno stato a tutti gli effetti attraverso la conquista. Piuttosto, hanno acquistato i terreni. L'obiettivo dell'impresa sionista fino al 1948 era di acquisire proprietà dunam dopo dunam, e così per le aziende agricole e le case. Il Fondo nazionale ebraico, istituito nel 1901 per acquistare terreni in Palestina onde "contribuire alla creazione di una nuova comunità di ebrei liberi impegnati in un progetto attivo e tranquillo" era l'istituzione chiave – e non l'Haganà, l'organizzazione clandestina di difesa ebraica fondata nel 1920. I sionisti hanno focalizzato altresì l'attenzione sul risanamento di ciò che era arido e considerato inutilizzabile. Non solo hanno fatto fiorire il deserto, ma hanno bonificato le paludi e le terre incolte, depurato i canali d'acqua, imboschito le colline spoglie, rimosso le rocce e il sale dal suolo. La bonifica ebraica e le misure igieniche hanno all'improvviso ridotto il numero di decessi per malattie. Fu solo quando la potenza mandataria britannica rinunciò alla Palestina nel 1948, cui fece subito seguito un ostinato tentativo da parte dei Paesi arabi di annientare ed espellere i sionisti, che questi ultimi impugnarono le armi per difendersi e andarono a procurarsi la terra con la conquista militare. E anche allora, come dimostra lo storico Efraim Karsh in Palestine Betrayed , la maggior parte degli arabi abbandonò le loro terre e solo pochissimi furono costretti ad andarsene. Questa storia contraddice il racconto palestinese che "le bande sioniste rubarono la Palestina ed espulsero il suo popolo" che ha portato a una catastrofe "senza precedenti nella storia" (secondo un libro di testo dell'Ap per gli alunni di 17-18 anni) o che i sionisti "depredarono la terra palestinese e gli interessi nazionali, fondando il loro stato sulle rovine del popolo arabo palestinese" (scrive un editorialista nel foglio dell'Ap). Le organizzazioni internazionali, gli editoriali dei quotidiani e le petizioni che circolano negli atenei reiterano questa menzogna in tutto il mondo. Gli israeliani dovrebbero tenere la testa alta e far rilevare che la costruzione del loro Paese fu basata sul movimento più civilizzato e meno violento che abbia mai avuto qualunque popolo nella storia. Le bande non hanno rubato la Palestina: i mercanti hanno acquistato Israele. Aggiornamento del 21 giugno 2011: Per altri punti non trattati in questo articolo, si veda il pezzo del mio blog, "Supplemento d'informazione riguardo alla questione che i sionisti hanno acquistato Israele e non hanno rubato la Palestina".
| inviato da LiberaliPerIsraele il 18/5/2016 alle 8:16 | |
10 maggio 2016
YOM HAZIKARON 23.477. Questo è il numero di morti che Israele ha lasciato alla storia per guadagnarsi la sua libertà e la libertà di ogni ebreo nel mondo.
23....477 persone che con il loro sacrificio hanno donato la possibilità ad ognuno di noi di poter vivere senza la paura di poter essere sterminati di nuovo, ma ancor di più la gioia di poter essere ebrei.Liberi. Soldati e civili che in 70 anni e più hanno perito per guadagnarsi un fazzoletto di Terra circondato da soli stati nemici. Uomini e donne che hanno sacrificato la loro gioventù, i loro amori, la loro vita per assicurare il miglior futuro ad un Popolo che per millenni ha cercato la sua unica Casa. Soldati che hanno combattuto battaglie e guerre miracolose, portato a termine azioni impensabili. Civili uccisi inermi nelle strade, nei caffè. Giovani morti durante notti in discoteca o durante un viaggio in autobus. Uccisi nel silenzio totale di un mondo sordo. Eroi come Yoni Netanyahu, ucciso ad Entebbe per riportare in salvo cittadini israeliani e non, presi in ostaggio da terroristi palestinesi. Vittime come la famiglia Fogel, uccisi tra le mura sicure della loro casa, ad Itamar, da un commando di terroristi palestinesi, che non hanno esitato nell’assassinare anche i loro piccoli. Servitori della patria , morti totalmente soli, lontano da casa, come Max Steinberg, ucciso a Gaza, poco più 20enne, durante l’ultima ed ennesima guerra contro Hamas; arruolatosi volontario dalla California, per difendere Israele. Una lista che ogni anno si allunga, aumenta. Lascia figli orfani, moglie vedove, famiglie segnate per sempre. Una lista che aumenta il dolore ma non diminuisce la speranza. Attacchi terroristici che oggi continuano a mietere feriti. Con ogni mezzo. Una guerra ed un terrore che vanno oltre confine. Uccidono nella Sinagoga di Roma, Stefano un bambino di 2 anni, Yoav, Philippe, Francoise, ebrei francesi in un Super Market di Parigi e di nuovo, Miriam ed altri bambini nella Scuola di Tolosa. Uccide ogni ebreo. Ma non la nostra ebraicità, di qualsiasi tipo essa sia. Non estingue la voglia di vivere da ebrei. Di ricordare chi con il sacrificio del proprio tempo, della propria forza, ma soprattutto della propria vita, ci regala e permette oggi, la tranquillità di vivere la nostra. Ci consente di essere ebrei. A Casa ed altrove. Grazie a E.A
| inviato da LiberaliPerIsraele il 10/5/2016 alle 20:20 | |
6 maggio 2016
Martedì sera inizierà Yom HaZikaron, il Giorno del Ricordo in memoria dei soldati israeliani caduti in guerra e delle vittime del terrorismo
il Giorno del Ricordo in memoria dei soldati israeliani caduti in guerra e delle vittime del terrorismo che ammontano a 23.447 con 9.442 genitori in lutto, 4.917 vedove e 1.948 orfani.
| inviato da LiberaliPerIsraele il 6/5/2016 alle 18:34 | |
27 aprile 2016
IL SOLITO IPOCRITA "DEMOCRATICO"
| inviato da LiberaliPerIsraele il 27/4/2016 alle 20:31 | |
29 febbraio 2016
Passatempi di Gaza: bruciare gli autobus israeliani eccitando la folla
Un tempo c’erano leoni e gladiatori al Colosseo, oppure si andava a teatro ad assistere alle commedie di Aristofane e Plauto. Oggi, invece, le abitudini sono cambiate. A Gaza, per intrattenere la folla in visibilio è sufficiente un autobus “israeliano” che brucia. Proprio così: come riporta la pagina Il Borghesino, l’ultima moda della Striscia di Gaza è dare alle fiamme i bus. Un vero divertimento. Più che altro, un modo fantasioso per sfogare l’odio contro Israele http://www.linformale.eu/passatempi-di-gaza-bruciare-gli-autobus-israeliani-eccitando-la-folla/
| inviato da LiberaliPerIsraele il 29/2/2016 alle 8:8 | |
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